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02 Ago 2024

Amazon e il sequestro da 121 milioni: l’azienda dice la sua dopo 10 giorni

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''Continueremo a collaborare prontamente con le autorità competenti nel corso dell’indagine''.

 

Rispettiamo tutte le leggi e le normative vigenti in ogni paese in cui operiamo e richiediamo che le aziende che lavorano con noi facciano lo stesso. Abbiamo definito standard elevati e un Codice di Condotta che anche i nostri fornitori di servizi di consegna devono rispettare per poter lavorare con noi. Il nostro codice di condotta è disegnato in modo tale da garantire che gli autisti lavorino in un contesto sicuro e abbiano compensi e orari di lavoro adeguati”. Questa la posizione ufficiale comunicata da Amazon riguardo alla notizia della convalida da parte del Gip di Milano del sequestro di 121 milioni alla filiale Amazon Italia Transport, società di logistica controllata dal gigante statunitense dell’e-commerceIl sequestro preventivo d’urgenza era stato eseguito a fine luglio dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, su disposizione della Procura di Milano.

 

Le indagini, che hanno contato sulla collaborazione dell’unità “contrasto illeciti” dell’Agenzia delle Entrate, sono mirate ad accertare se si sia verificata “somministrazione illecita di manodopera”, come specificato dal procuratore capo Marcello Viola. A condurre le indagini i Pm Paolo Storarie Valentina Mondovì.

 

“Effettuiamo regolarmente verifiche di idoneità per assicurare la conformità al Codice di Condotta e interveniamo se riscontriamo che un nostro fornitore non rispetta tali aspettative. Continueremo a collaborare prontamente con le autorità competenti nel corso dell’indagine“, ha fatto sapere ora Amazon.

 

Le accuse di frode fiscale della Procura di Milano

 

Le ipotesi avanzate dagli investigatori prefigurano “una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti”.

 

È stato rilevato – secondo quando ipotizzato dalla Procura di Milano – che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati schermati da società-filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative, che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: COR.COM

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