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01 Lug 2024
Il 2 maggio 2024, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emesso la circolare prot. 12666, fornendo indicazioni operative in merito alle nuove disposizioni per la circolazione di prova, in conformità al D.P.R. 24 novembre 2001, n. 474, recentemente modificato dal D.P.R. 21 dicembre 2023, n. 229.
In particolare, si è prestata attenzione alle disposizioni relative al numero massimo di autorizzazioni rilasciabili per la circolazione di prova, in relazione al numero di dipendenti e collaboratori delle imprese. Queste disposizioni, tuttavia, sembrano trascurare le problematiche emerse nell'ambito delle operazioni e dei servizi portuali, in particolare per le imprese autorizzate a svolgere attività di movimentazione di veicoli in ambito portuale.
Le imprese portuali gestiscono la movimentazione e il deposito temporaneo delle automobili non ancora immatricolate, considerate merci sbarcanti/imbarcanti sulle navi. La circolazione di prova assume un ruolo cruciale per garantire il trasporto sicuro di queste automobili dalle aree operative portuali alle zone destinate alla sosta provvisoria, al di fuori del contesto operativo portuale.
Tuttavia, le nuove disposizioni potrebbero comportare una significativa riduzione delle autorizzazioni alla circolazione di prova rilasciabili alle imprese portuali, a causa della parametrazione al numero di dipendenti. Questo avrà un impatto significativo sulle attività di movimentazione veicoli e sulla logistica portuale portando a rischi concreti e gravi, tra cui:
> Rallentamento delle operazioni portuali, con conseguente prolungamento dei tempi di carico/scarico delle automobili in polizza e una riduzione della produttività attuale garantita dagli utenti del porto nel settore dell'automotive.
> Aumento dei tempi di permanenza delle navi ro/ro nei porti, con possibili ritardi rispetto alle tempistiche attuali, con effetti negativi sulle già limitate capacità ricettive delle strutture portuali.
> Congestione delle aree operative portuali, già limitate nella maggior parte degli scali italiani, con rischio di incidenti e danni a persone e beni durante le attività portuali.
> Perdita di opportunità lavorative per le imprese portuali, con possibili impatti sulla competitività e sui livelli occupazionali, a seguito della non possibilità di garantire gli standard operativi abituali.
Per evitare lo scatenarsi di queste situazioni, è urgente un intervento che esenta le imprese portuali (terminaliste e non) dalle normative sull'autorizzazione della circolazione di prova, qualora il trasferimento dei veicoli avvenga all'interno delle aree portuali o nelle zone retroportuali, previa specifica individuazione concordata con l'Autorità di Sistema Portuale e l'Ufficio di Motorizzazione Civile.
Inoltre, si richiede di non parametrare il numero di targhe prova al numero di lavoratori dipendenti di ciascuna società, considerata la particolarità e la regolamentazione specifica del lavoro portuale. Si propone anche di includere nel calcolo dei dipendenti anche il personale fornito dalle agenzie di lavoro portuale temporaneo, considerando che queste agenzie integrano l'organizzazione operativa delle imprese portuali.