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21 Mag 2024
Il Libro Bianco del Trasporto ADR, realizzato da OITAF in collaborazione con il MIT, fornisce una panoramica sull'attuale situazione del trasporto di merci pericolose in Italia, che possono comportare gravi danni sia per la salute umana che per l'ambiente.
Attualmente, circolano circa 11.000 veicoli cisterna dedicati al trasporto di materie liquide, gassose, in polvere o granulari, soggetti a prescrizioni particolari durante le fasi di costruzione, controllo, riempimento ed utilizzo.
Secondo i dati di Federchimica, le merci pericolose rappresentano il 5,4% del totale delle merci trasportate in Italia, una percentuale significativa che richiede il rispetto scrupoloso della normativa dell'Accord Dangerous Route (ADR) per minimizzare il rischio di incidenti.
Dei 11.000 veicoli cisterna in circolazione, 7.000 sono autocarri e i restanti 4.000 sono trainati, come rimorchi e semirimorchi. La flotta è distribuita in modo omogeneo tra le diverse aree del paese: 23,5% nel Nord Ovest, 22,4% nel Nord Est, 20,8% nel Centro e 33,3% nel Sud.
Esiste una forte correlazione tra il PIL e la flotta di veicoli cisterna ADR. Le prime 10 regioni italiane per PIL, guidate dalla Lombardia, sono anche quelle con il parco di veicoli cisterna ADR più consistente, ad eccezione della Liguria.
Inoltre, la presenza dei poli chimici influenza il numero di veicoli cisterna ADR. La Lombardia, una delle regioni chimiche più importanti in Europa, è anche la prima regione italiana per il numero di veicoli ADR.
Secondo il Libro Bianco, il parco veicoli cisterna è obsoleto, inquinante e non dotato dei più moderni sistemi di assistenza alla guida (Adas). Gli autocarri hanno un'età media di 15,5 anni, mentre i trainati raggiungono una media di 19,7 anni. La Calabria è la regione con l'età media più alta, pari a 21 anni, mentre il Trentino Alto Adige ha la media più bassa, con 10,8 anni.
Infine, c'è una tendenza ridotta al conto terzi nel trasporto di merci pericolose, a causa della specializzazione richiesta e delle responsabilità connesse. Circa un terzo dei veicoli viene utilizzato per conto proprio, in contrasto con il dato globale del conto terzi che raggiunge quasi l'87% negli altri settori.