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30 Apr 2024
L'organizzazione Fedespedi, rappresentata dal Presidente Alessandro Pitto, ha sollevato dubbi sulla legittimità e sulla ragionevolezza degli obblighi dichiarativi e contributivi imposti dall'Autorità di regolazione dei Trasporti (ART) alle imprese del settore, alla luce della liberalizzazione del settore stesso. Secondo la posizione di Fedespedi, l'attività di spedizione non è soggetta a limitazioni in termini di libera circolazione dei servizi e di concorrenza, pertanto non dovrebbe essere regolamentata e sottoposta a contributi da parte di ART.
Tale posizione è emersa in risposta al provvedimento recente del TAR del Piemonte, dove ha sede l'ART, che ha respinto la richiesta di sospensione della delibera che individua le categorie soggette al pagamento del contributo per l'anno 2024. Fedespedi, insieme ad altre associazioni di settore come Confetra, Alsea, Spediporto e Anita, ha presentato un ricorso per l'annullamento della delibera stessa, sostenendo che la disciplina che regola l'ART, compreso il sistema di contribuzione stabilito nella delibera n. 194/2023, potrebbe violare i principi dell'Unione Europea sulla libera prestazione dei servizi e sulla non discriminazione di mercato.
Fonte: FEDESPEDI