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08 Apr 2024
Saimare festeggia l’ingresso nel secolo di vita con un fatturato record: «Abbiamo superato i 29 milioni di euro - spiega Mino Giachino, presidente e ad del colosso degli spedizionieri che ha base nel Nord Ovest -. Nel 2022 siamo cresciuti del 27% rispetto al 2021». Nata nel 1893 come “Espresso Bagagli”, la prima attività dell’azienda erano servizi di assistenza agli emigranti italiani che volevano raggiungere le colonie, il Nord e Sud America.
Solo negli Anni 70 diventa Saimare. «Il 24 marzo abbiamo compiuto 99 anni di attività nel mondo dello shipping: siamo un osservatorio privilegiato sull’economia italiana - spiega Giachino -. Siamo in grado di analizzare i trend del commercio e anticipare l’impatto che potrebbero avere sul nostro Paese».
La storia recente di Saimare, racconta Giachino, si intreccia con quella italiana: con la privatizzazione del gruppo Iri/Finmare, la società viene acquisita da Aldo Spinelli, storico terminalista tra i principali protagonisti dello scalo ligure, che apre l’azionariato ad altre storiche famiglie genovesi dello shipping: Cosulich, Clerici, Scerni, Besozzi, oltre a una quota riservata alla compagnia Tirrenia. «Saimare diventa così il frutto della evoluzione dei servizi che nascono nel porto e ne seguono la crescita e l’evoluzione. Non tutte le storiche aziende portuali dell’800 hanno saputo resistere ai cambiamenti epocali, basta pensare alle aziende di stivaggio abituate a lavorare la merce nei sacchi, messe in crisi dall’arrivo del container».
Oggi Saimare è uno dei più importanti player a livello nazionale ed europeo nel settore degli spedizionieri: presta servizi che coprono l’intero ciclo di assistenza merci, navi, equipaggi e passeggeri. «Ci occupiamo di import ed export: è il fattore che negli ultimi 10 anni ha tenuto in positivo il Pil nazionale». L’azienda oggi conta 150 lavoratori tra diretti e indiretti.
Le prossime sfide? «Ridurre i tempi di attesa della merce nei porti attraverso lo sportello doganale unico». L’altro fronte fondamentale per Giachino sono le infrastrutture: «Con la costruzione della nuova Diga del porto di Genova e con il termine dei lavori del Terzo Valico, il porto ligure sarà il più vicino al mercato europeo e le merci che transiteranno da Genova avranno un bel vantaggio rispetto a chi sceglierà gli scali del Nord Europa». Leggi tutta la notizia
Fonte: IL SECOLO XIX