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07 Mar 2024
Le recenti dichiarazioni di alcune Imprese ferroviarie Europee, contrarie alle direttive comunitarie in fase di emanazione, in tema di pesi e dimensioni dei veicoli per il trasporto di merci su strada, rischiano di rialimentare una diatriba che molti Operatori Logistici hanno da tempo superato, considerando che molto si è fatto per pubblicizzare e favorire l’utilizzo della modalità ferroviaria, ma lo sviluppo di questa obiettivamente, rimane limitato dai lunghi tempi di realizzazione di nuove infrastrutture, e dei relativi costi che necessitano di massicci interventi dei governi interessati, con tutte le problematiche conseguenti.
Non possiamo poi non considerare il problema della saturazione delle tratte e dell’annoso problema dell’interferenza con il traffico passeggeri, da tempo privilegiato in particolare in Italia sulle principali direttrici nord-sud.
La forte crescita della domanda da parte della Logistica sollecitata dall’Industria, che a causa dei noti stravolgimenti Geopolitici degli ultimi 4 anni, ha dovuto realizzare un rapido spostamento dei flussi di arrivo delle materie prime, e parallelamente, l’orientamento dei prodotti finiti verso nuovi mercati, ha favorito automaticamente le modalità di trasporto più flessibili.
In tema di contenimento delle emissioni poi, non si comprende come l’aumento della capacità di carico dei veicoli, possa addirittura favorire l’aumento dei veicoli circolanti, visto che un complesso veicolare di 25 metri ha una capacità di carico del 50% in più degli attuali veicoli, e sarebbe una perfetta opportunità per attenuare la ormai cronica carenza di autisti.
Da qualche decina di anni questi veicoli vengono impiegati per esempio in Svezia, Paese certamente all’avanguardia in tema di rispetto ambientale, e sicuramente non dotato di una rete autostradale come la nostra, che almeno sulle lunghe tratte potrebbe significativamente utilizzare questa tipologia di veicoli, i quali, una volta raggiunti i centri logistici o gli interporti, potrebbero terminare la loro funzione senza entrare nella viabilità secondaria.
L’utilità di questi veicoli poi sarebbe ulteriormente apprezzabile nella velocizzazione delle operazioni di carico e di scarico, nei terminal ferroviari e marittimi, avendo la capacità di 3 Teu, decongestionando la cronica situazione delle attese, utilizzando in particolare le ore notturne per lo svuotamento dei terminal stessi.
Nessun conflitto quindi fra modalità di trasporto e nessun pericolo di aumento delle emissioni vediamo in un progresso tecnologico che farebbe solo bene alla Logistica e quindi all’Industria.
Nessuna modalità si può dichiarare esente dalla responsabilità dell’inquinamento atmosferico, in quanto la produzione della energia elettrica dipende purtroppo ancora massicciamente da fonti non rinnovabili, e quindi anche i tanto invocati veicoli elettrici scontano un debito verso l’ambiente sia in fase costruttiva che di utilizzo, che sarebbe opportuno considerare in maniera più approfondita.
Per tornare comunque alla tematica iniziale, è estremamente necessario che si incrementi il dialogo fra le varie modalità di trasporto senza alimentare conflitti basati solo sulla diffusione di dati non verificabili, per il bene sia della Logistica che della salute dei cittadini Europei.
All’interno della nostra Rete (Green Planet Logistics), formata da imprese di autotrasporto trasformatesi negli anni in operatori multimodali, possiamo tranquillamente testimoniare i continui sforzi per utilizzare la ferrovia in tutte le sue diverse declinazioni, dal vagone tradizionale, alle casse mobili, al semirimorchio su vagone, sia sulle tratte nazionali che
internazionali, e non abbiamo nessuna intenzione di invertire questa impostazione, perché riteniamo assolutamente compatibili e necessarie tutte le modalità di trasporto.
Claudio Fraconti
Presidente di
GREEN PLANET LOGISTICS