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02 Feb 2024

Interporto di Padova non soffre la crisi internazionale: gennaio in crescita

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Struttura all'avanguardia, gli investimenti ripagano.

 

Nonostante la crisi internazionale che si allarga in maniera preoccupante quotidianamente e che va inevitabilmente a interferire anche sulle rotte delle merci oltre che naturalmente e drammaticamente sulla vita di intere popolazioni civili, le attività dell'Interporto di Padova non hanno avuto alcun tipo di rallentamento.

 

Questo soprattutto grazie a una serie di servizi assolutamente innovativi che le hanno permesso di assumere davvero centrale nella movimentazione delle merci.

 

Pensiamo ad esempio al cosiddetto corridoio doganale che dai porti liguri, La Spezia in particolare, fa sì che i container scaricati dai mercantili invece che intasare spazi già molto compressi dal volume di merce scaricata ogni giorno arrivino direttamente all'Interporto. In pratica il porto di approdo della navi diviene solo un altro punto di transito delle merci e le pratiche doganali si svolgono invece qui a Nord Est. 

 

Inoltre all'Interporto si è molto investito sulla intermodalità del trasporto delle merci con una combinazione gomma - ferro. La scelta di investire su un sistema che facilita l'utilizzo del semirimorchio ha dato una ulteriore spinta alle attività dell'Interporto patavino. Il semirimorchio è di fatto un veicolo senza motore. Trainato da una motrice viene caricato direttamente su treni che dal sud italia, Foggia in particolare, e dalla Germania, fino ad arrivare dove un altro autista con un'altra motrice può agganciare il semirimorchio e portarlo a destinazione. Una soluzione che piace alle grandi società di trasporto su Tir, che così limitano spese e rischi che invece sono insiti nel viaggiare solo su strada. Piace ai camionisti che accorciano le distanze da percorrere per scaricare la merce. E infine piace anche agli ambientalisti perché inquina molto meno. 

 

Certo, lo scenario internazionale va monitorato, perché anche le rotte delle merci possono cambiare con conseguenze ovvie sui costi. Alcune compagnie marittime hanno già scelto di doppiare il Capo di Buona Speranza evitando l'accesso dal Mar Rosso. Che questo le porti a scegliere altri porti, magari nel Nord Europa, invece che quelli utilizzati fino a ora è una possibilità, ma il passaggio non sarebbe comunque semplice. 

 

Anche per questo nel pomeriggio di mercoledì 31 gennaio, una delegazione di Cna Padova e Rovigo è stata in visita ai vertici di Interporto di Padova, per capire la situazione della struttura nel contesto delle crisi geopolitiche in corso tra il rallentamento della Germania, le difficoltà del settore dell'automotive nonché le tensioni sul Mar Rosso e le conseguenze sulla rotta Asia-Suez-Mediterraneo da dove transita circa il 12% del commercio mondiale.

 

I dati parlano chiaro: «Un risultato - ha spiegato il direttore generale di Interporto Roberto Tosetto - che si deve agli oltre 100 milioni di euro di investimenti realizzati in questi ultimi 10 anni e ad un grado di avanzamento tecnologico e di efficienza che non ha eguali nel Paese».  Luca Montagnin, presidente di Cna Padova e Rovigo, ha evidenziatobil grado di efficienza raggiunto dalla struttura e da servizi sempre più avanzati. «Avere una piattaforma logistica strategica per l'intero continente (Interporto e Hub Logistico Core della Ue), nella zona industriale di Padova garantisce un vantaggio competitivo per le imprese del territorio e fra queste spiccano quelle del settore dei Trasporti che come Cna Padova e Rovigo siamo orgogliosi di rappresentare in gran numero». 

 

I dati del cruscotto digitale in tempo reale di Interporto raccontano di un gennaio 2024 con una crescita del +6% dei container marittimi e del +15% per le merci movimentate in Teu. Numeri che hanno conquistato gli esperti della categoria Trasporti (la più rappresentativa del settore sul territorio) di Cna Padova e Rovigo.

 

Fonte: PADOVAOGGI

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