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22 Nov 2023

Trasporti e logistica crescono, carenze e ritardi sulle infrastrutture

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Ottava edizione del Forum Conftrasporto a Roma.

 

Infrastrutture, valichi alpini, transizione ecologica, intermodalità, Pnrr: questi i temi portanti dell’ottava edizione del Forum Internazionale di Conftrasporto organizzato con Confcommercio, che si tiene oggi e domani a Roma, nella sede di Confcommercio (piazza G.G. Belli 2).

 

I lavori, che inizieranno ufficialmente nel pomeriggio, sono stati inaugurati da una conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio Confcommercio Trasporti su “Ricostruzione dei dati sul traffico passeggeri e merci in Italia, stime per il 2023 e previsioni per il 2024” e di uno studio Svimez sulle infrastrutture.

 

Dal primo, presentato dal direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, emerge che nel trasporto passeggeri nel prossimo anno continuerà a prevalere il traffico su gomma, anche se in leggera discesa rispetto al 2019 (sopra l’81% contro l’83,8%), mentre l’aereo peserà per l’11,5% e la ferrovia per il 6,4%. Quanto alle merci, il trasporto su strada si attesterà al 51,1% nel 2024, in crescita rispetto al 49,5% del  2019, a causa essenzialmente del calo del trasporto marittimo (al 45,3%, a fronte del 47,1% del 2019). Sostanzialmente stabile la quota del trasporto ferroviario: 3,5% nel 2024 contro 3,3% nel 2019.

 

Sul fronte dei passeggeri solo l’aereo recupererà nel 2024 registrando un +11,3% rispetto al 2019, grazie all’impulso del turismo e del ritorno ai viaggi. Anche il mare tornerà ai livelli di cinque anni prima, mentre resteranno indietro ferro e, soprattutto, strada. Discorso diverso per le merci, dove tutte le modalità registreranno nel 2024 traffici superiori al 2019, a parte il mare per via netto del rallentamento dei traffici mondiali. Nel complesso, il traffico merci segnerà +3% sul 2019, in linea con la variazione cumulata del prodotto lordo. Buone notizie arrivano dalla demografia d’impresa: crescono le società di capitali, come nell’autotrasporto merci. I “padroncini” rimangono importanti, ma meno piccoli e più efficienti di una volta. Mentre le imprese attive nel settore si riducono, nel complesso, di oltre 9mila unità tra il 2018 e la prima parte del 2023, le società di capitali nell’autotrasporto crescono di 4mila unità, passando dal 22% al 30,2% nel totale delle imprese di autotrasporto.

 

Il recupero in atto nel mondo dei trasporti, che potrebbe portare a una crescita del nostro Paese in termini di competitività, rischia però di infrangersi contro carenze e ritardi ormai insostenibili sul piano delle infrastrutture, come dimostrano i dati dello studio realizzato da Svimez, presentato dal direttore Luca Bianchi. Se a livello europeo l’Italia è ben posizionata, al settimo posto, in termini di competitività infrastrutturale, ci sono tuttavia profonde disparità territoriali con solamente Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria e Campania che superano la media europea, mentre tutte le altre sono al di sotto. In grande ritardo è soprattutto la rete ferroviaria al Sud. In tutto ciò quasi il 75% dei fondi pubblici è destinato alle infrastrutture ferroviarie (il 6% alle infrastrutture portuali e l’1% al potenziamento degli aeroporti) e sempre al Sud molte opere sono ancora in progettazione (56% contro il 36% del Centro-Nord), mentre i cantieri aperti sono pochi (13% contro il 34% del Centro-Nord). Dalla ricerca emerge anche la tendenza a un’ulteriore saturazione dei valichi alpini, che rende urgente l’apertura di nuove direttici e shift modali (ferrovia, cabotaggio, cargo aereo). L’impatto macro-economico della realizzazione del Ponte di Messina, infine, viene valutato intorno ai 14,6 miliardi di valore aggiunto e 256mila addetti in sette anni.

 

“I dati evidenziano come sia urgente investire in infrastrutture e mettono in luce il divario tra Sud, con un difetto strutturale di connessioni, e il Nord Italia, con un alto indice di saturazione, soprattutto in relazione ai valichi. La situazione che emerge – ha dichiarato il presidente di Conftrasporto Pasquale Russo – dimostra ancora una volta come sia stato sbagliato, nelle scelte compiute in passato, non aver finanziato le infrastrutture fisiche stradali.  Per quanto riguarda il Pnrr, è positivo, necessario, aver previsto fondi significativi per la ferrovia, ma la mobilità delle merci e del Paese deve utilizzare il sistema infrastrutturale in maniera integrata: è controproducente aver lasciato autostrade e aeroporti fuori dalla programmazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

 

“Il 48% del Pnrr va infatti alla rete ferroviaria, il 23,6% all’alta velocità, il 5,6% al progetto integrato dei porti e solo lo 0,5% alla digitalizzazione della logistica. “Auspico si torni a investire per colmare il gap infrastrutturale al Sud, anche ad esempio attraverso la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Ben poco è previsto inoltre sul piano della digitalizzazione, fondamentale leva per la sburocratizzazione e la velocizzazione degli scambi”, ha aggiunto Russo.

 

Sangalli: “trasporti e logistica abilitano la crescita diffusa”

 

“Questa giornata di lavori si inserisce in un quadro congiunturale che è ancora molto incerto e contraddittorio, con l’economia che rallenta e la preoccupazione per il futuro che cresce. Per questo, restano decisivi i temi delle riforme e degli investimenti, temi da sempre al centro di questo Forum, attraverso il quale Confcommercio e Conftrasporto hanno contribuito a far crescere la consapevolezza del ruolo trasversale e strategico del settore per l’economia, un ruolo di  ‘abilitatore’ di crescita diffusa”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento di apertura dei lavori del Forum, nel corso del quale ha poi sottolineato che “la qualità delle infrastrutture e dei servizi di trasporto e logistica da un lato riduce le distanze interne offrendo così ‘cittadinanza piena’ anche alle aree interne e periferiche, dall’altro lato contribuisce all’apertura globale del sistema Paese”. Trasporti e logistica sono poi “indispensabili per ridurre le fratture storiche del Paese, tra regioni e territori, tra Nord e Sud” e per questo “è essenziale realizzare presto e bene gli interventi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Complementare, che davvero possono rappresentare una svolta decisiva”.

 

Il presidente di Confcommercio ha proseguito evidenziando che “la sostenibilità va perseguita a 360 gradi: dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale. A partire dall’intermodalità, che richiede soluzioni integrate, efficaci e sostenibili, centrate sulla collaborazione tra la gomma, il mare, il ferro e l’aria. La transizione ecologica nel trasporto deve essere portata avanti con un approccio tecnologicamente neutrale: non esiste la soluzione unica per tutti”.

 

Sangalli ha concluso sottolineando che nel mese scorso “è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo Piano del Mare del nostro Paese. Il sistema Conftrasporto-Confcommercio, che rappresenta una parte significativa dell’Economia Blu a cominciare dai trasporti marittimi, dal diporto e da tutta la filiera dell’accoglienza, ha dato un importante contributo alla redazione del testo. Si tratta del superamento di una grave lacuna, un significativo passo in avanti per restituire al mare, e a tutte le attività che ospita, l’importanza che meritano, di cui diamo volentieri atto al ministro Musumeci”.

 

Fonte: CONFCOMMERCIO

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