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17 Lug 2023

Distacco dei conducenti: la Commissione invita a recepire correttamente la Direttiva europea

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Tra gli stati richiamati anche l'Italia.

 

Gli amici e colleghi di UETR (Associazione europea delle micro-piccole e medie imprese del trasporto merci su gomma di cui ASSOTIR è membro effettivo) hanno reso noto che la Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione, inviando così una lettera di messa in mora, alla Danimarca e alla Francia per la mancata notifica alla Commissione di tutte le misure di recepimento della direttiva (UE) 2020/1057 nel diritto nazionale.

 

La Commissione ha anche deciso di inviare pareri motivati a Belgio, Bulgaria, Italia, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Finlandia, per non aver notificato alla Commissione di aver recepito tutte le misure di cui alla direttiva europea 2020/1057. Quest’ultima, come sappiamo, stabilisce norme europee per il distacco dei conducenti nel settore del trasporto stradale. In particolare, essa garantisce il diritto del conducente a ricevere lo stipendio del Paese in cui è stato distaccato e stabilisce un chiaro quadro giuridico per gli operatori nello svolgimento delle loro operazioni. Gli Stati membri avrebbero dovuto adottare misure nazionali per recepire la direttiva entro il 2 febbraio 2022.

 

La Danimarca e la Francia non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire il pieno recepimento della direttiva nel diritto nazionale e/o non hanno notificato tali misure alla Commissione, la quale sta pertanto inviando una lettera di messa in mora ai due Stati membri, che a loro volta hanno due mesi di tempo per poter rispondere. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato.

 

In questo quadro europeo, Belgio, Bulgaria, Italia, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Finlandia non hanno indicato in modo chiaro tutte le misure nazionali che ritengono conformi ai diversi obblighi imposti dalla direttiva. Pertanto, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato agli Stati membri che hanno due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di adire la Corte di giustizia dell’Unione europea.

 

Fonte: ASSOTIR

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