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08 Giu 2023
GENOVA – Tre giorni di fermo dell’autotrasporto, dal 15 al 17 giugno. Una minaccia in grado di paralizzare il porto di Genova e gran parte della logistica italiana, quella delle aziende dell’autotrasporto. Per scongiurarla, la Regione ha convocato per domani una riunione alla quale parteciperanno, oltre alle categorie, il sindaco di Genova, il presidente dell’Autorità portuale e la direzione generale per strade e autostrade, l’alta sorveglianza sulle infrastrutture stradali e la vigilanza sui contratti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il motivo del contendere sono 180 milioni di euro, soldi destinati in massima parte agli autotrasportatori che ogni giorno da cinque anni subiscono la situazione dei cantieri sul nodo genovese delle autostrade. Sono previsti nell’accordo tra Aspi, Comune, Regione e Stato dell’ottobre 2021, ma sino ad ora non sono state definite regole, cifre e procedimenti per destinare quei soldi alle categorie.
Per questo, di fronte al ritardo sulla scadenza annunciata del 2 giugno, gli autotrasportatori hanno annunciato il fermo di tre giorni, secondo l’anticipo richiesto dalla commissione di garanzia sugli scioperi. E prima ancora che lo annunciassero a mezzo stampa, è uscita una nota del Comitato di gestione del porto che solidarizza con camionisti e imprese del settore.
La materia è da maneggiare con cautela e agli autotrasportatori non basta più la semplice convocazione di un tavolo: «Entro il 2 giugno ci aspettavamo la firma di un protocollo d’intesa che non è arrivata. Noi insieme agli enti locali abbiamo elaborato una bozza e il presidente ci ha detto che l’avrebbe condivisa con Autostrade e con il ministero, vogliamo sapere a che punto siamo. Ma se venerdì non arriveranno impegni precisi e certezze su cifre e modalità lo sciopero rimane», dice senza giri di parole Giuseppe Tagnochetti di Trasportounito, una delle associazioni che formano il fronte dell’autotrasporto.
Dagli uffici della Regione si rimarca come il ruolo del presidente Toti in questa vicenda sia quello di mediazione tra le parti, visto che l’accordo prevede che le risorse siano destinate da Autostrade e nell’ambito di un accordo che coinvolge il Ministero dei trasporti. Il concessionario però al tavolo di venerdì non sarà presente.
La preoccupazione degli autotrasportatori è che una parte delle risorse inserite nell’accordo dell’ottobre 2021 (dal valore complessivo di 1,4 miliardi di euro) vengano spostate per coprire gli extra costi previsti su altre opere inserite in quel documento, come il tunnel subportuale e quello della Val Fontanabuona.
Nella bozza di intesa sottoscritta dagli autotrasportatori si prevedeva il ristoro per le imprese sui viaggi compiuti nel 2022, 2023 e 2024, attraverso tre metodi di calcolo: con il sistema “Cashback” (già in uso), sulla base delle autodichiarazioni delle imprese che possono essere controllate da Aspi tramite i dati dei caselli autostradali sulle tratte di competenza del concessionario (A26, A7, A10 e A12) e con un investimento nel miglioramento dei flussi logistici del sistema portuale genovese. In totale, la previsione di ristoro complessivo nei tre anni considerati sarebbe di 174 milioni di euro. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL SECOLO XIX