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29 Mag 2023

Frode carburanti, sequestrati beni per 80 milioni

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Provvedimento emesso su richiesta della Dda di Reggio Calabria.

 

REGGIO CALABRIA - Beni per 80 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con il supporto operativo dello Scico e coordinati dalla Dda reggina.

 

 

Il provvedimento ha riguardato 20 compendi aziendali, 60 immobili, 86 tra automezzi ed autoveicoli e un milione di euro in contanti ed ha colpito tre imprenditori reggini operanti prevalentemente nel settore del commercio dei prodotti petroliferi ed è stato eseguito in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Calabria e Germania.

 

Il sequestro fa seguito all'operazione Petrolmafie Spa dell'aprile 2021 nella quale i tre furono arrestati.

 

L'operazione Petrolmafie Spa, in cui erano confluite le risultanze delle indagini coordinate dalle Dda di Roma, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro, aveva portato a 56 arresti, 15 fermi ed al sequestro di beni per quasi un miliardo di euro.    
   

Nel filone reggino, denominato "Andrea Doria" e condotto dal Gico del Nucleo di Polizia economico finanziaria con lo Scico erano stati emessi provvedimenti cautelari personali nei confronti di 23 soggetti, tra cui i 3 imprenditori attualmente sotto processo.   

 

L'operazione, secondo l'accusa, aveva svelato un articolato sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l'Iva e le accise, nonché sull'impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità. L'associazione avrebbe gestito l'intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino
ai distributori stradali finali, interponendo una serie di operatori economici - imprese "cartiera" di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali - con lo scopo di evadere le imposte in modo sistematico. Le società "cartiere" sostenevano fraudolentemente, secondo l'accusa, di possedere tutti i requisiti per beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa, acquistando il prodotto petrolifero senza applicare l'Iva. Il prodotto, grazie a meri passaggi "cartolari" tra le società coinvolte, veniva poi ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, ai danni degli imprenditori onesti. Infine, il sistema di ripulitura degli incassi sarebbe avvenuto anche tramite famiglie di 'ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi. Leggi tutta la notizia

 

Fonte: ANSA 

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