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28 Mar 2023
MILANO – Anche una quindicina di cinesi indagati, alcuni arrestati, quasi 130 capi di imputazione in totale e circa 270 milioni di euro versati in Cina, con pagamenti di false fatture, e poi rientrati in contanti in Italia. Sono i numeri dell’inchiesta della Procura di Milano su una rete di consorzi e cooperative e con al centro una presunta maxi frode fiscale andata avanti per vent’anni, dal 2000 al 2020 almeno.
L’utilizzo dei trojan
ondamentali nell'inchiesta sono state le intercettazioni attraverso il sistema del trojan, ossia dei captatori informatici inseriti nei telefoni degli indagati e che li trasformano in microspie. È quanto emerso dalle indagini coordinate dai pm di Milano Grazia Colacicco, Pasquale Addesso e Roberto Fontana (ora componente del Csm). Dall'ordinanza firmata dal gip Luca Milani risulta anche che gran parte dei profitti illeciti della presunta maxi frode fiscale delle bancarotte sarebbe stata prima girata in Cina ad alcuni complici cinesi attraverso false fatture e poi sarebbe rientrata in Italia.
I 22 arresti
Ventidue le ordinanze di custodia cautelare, di cui dieci in carcere e dodici ai domiciliari, sono in via d'esecuzione da parte dei militari della Guardia di finanza di Milano, nell'ambito dell’indagine coordinata dalla Procura, su un sistema operante in Lombardia, proseguito dal 2000 a oggi, finalizzato all'evasione fiscale, attraverso la sostituzione delle società ‘pilotate’ al fallimento (consorzi e società cooperative di lavoro) con nuove società costituite ad hoc e l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Il ruolo delle cooperative
Il meccanismo utilizzava società cooperative che, dopo appena pochi anni di attività, venivano svuotate e abbandonate all'insolvenza. Si creavano nuovi operatori apparentemente "puliti”, per ostacolare le indagini successive alla scoperta della frode. Sono in corso perquisizioni e sequestri preventivi per quasi 300 milioni di euro costituenti il profitto dei reati di bancarotta e violazioni fiscali. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL GIORNO