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21 Nov 2022
Primo grande impegno per il governo Meloni che si appresta a bozzare la prima manovra economica dal suo insediamento. Tanti i temi in ballo in vista di quello che sarà lo scheletro di quel documenti di economia e finanza che l’esecutivo si appresta a varare, col Consiglio dei ministri di lunedì 21 novembre 2022 che darà ulteriori spinte e spunti per ciò che ci sarà da fare. Dal tetto al contante (che come vi abbiamo raccontato sembra essere sparito dal Decreto aiuti quater) alla tregua fiscale, passando anche per l’assegno unico e quota 103 per la pensione (vi abbiamo parlato qui di come funziona), varie sono le discussioni per la manovra che verrà, con una new entry pronta a far discutere: l’Amazon tax, o meglio nota come “tassa verde”.
Come la storia ci insegna, la manovra di Bilancio difficilmente riesce ad accontentare tutti e le misure pensate dal Governo spesso sono divisive. Ecco perché prima del via libera le discussioni sono tante, con diversi incontri tra i ministri per cercare di fare la quadre per capire cosa inserire e cosa, invece, rimandare al futuro perché non urgente. Se il tetto del contante passato dall’aiuti quater alla manovra economica è uno di questi esempi, tra le misure da tenere in considerazione in vista del documento di economia e finanza che l’esecutivo si appresta a varare c’è una tassa che il Governo ha a cuore, quella relativa alle consegne a domicilio.
Infatti, in passato, tante sono state le discussioni per cercare di porre un freno alle consegne sfrenate effettuate con mezzi non ecologici e ora la maggioranza vorrebbe spingere verso questo fronte. Se n’è parlato in una recente riunione dei capigruppo e la proposta sembra essere pronta a essere messa sul piatto per il colloquio in Cdm che potrebbe dare o meno il via libera.
Nota come tassa verde o Amazon tax, visto che il colosso di Jeff Bezos è il leader mondiale delle consegne a domicilio, si tratterebbe di una tassa che punta a favorire il commercio di prossimità. Infatti con una ulteriore tassa sulle consegne si cercherebbe di invogliare i consumatori finali a recarsi sul posto per comprare dal negozio fisico anziché da quello online, per favorire le piccole realtà che nell’era dello shopping sul web stanno accusando non poche difficoltà.
Va sottolineato che si tratta ancora di una delle tante ipotesi sul tavolo e sarà da capire se potrà entrare a far parte della manovra oppure verrà cestinata. Quel che è certo è che l’eventuale tassa non andrà a impattare sulle consegne di beni di prima necessità e sugli alimentari.
LE CRITICHE ALLA TASSA SULLE CONSEGNE
Come detto, però, le misure presenti in manovra non soddisfano tutti e anche se ancora si è lontani dal rendere realtà la tassa sulle consegne a domicilio c’è chi storce il naso e punta il dito sull’idea del Governo. Tra i primi a muovere la polemica è stata Netcomm, l’associazione del settore e-commerce che nelle scorse settimane aveva commentato stizzita l’ipotesi di una tassazione extra sulle consegne in quanto “la presunta ‘tassa verde’ non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese”.
Secondo quanto sottolineato dal presidente Roberto Liscia “porre un freno a un settore strategico come quello del digitale significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale”. Leggi tutta la notizia
Fonte: QUIFINANZA.IT