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11 Ott 2022
Sono circa 40 le proposte e i contributi della Consulta per le Politiche delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili raccolte in un documento presentato oggi durante l’ultima riunione del mandato del Ministro, Enrico Giovannini, un’occasione per condividere anche le riflessioni sull’esperienza maturata nei 20 mesi passati. La Consulta, di cui fanno parte oltre 60 associazioni della società civile e organizzazioni di imprese e sindacati, è stata fortemente voluta da Giovannini per aprire un dialogo con tutti i portatori di interesse nei settori di competenza del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), seguendo un approccio aperto e basato sull’evidenza scientifica per il disegno delle politiche di investimento e la valutazione delle opere pubbliche e della mobilità. Un metodo apprezzato all’unanimità dai componenti della Consulta nel corso della riunione, che hanno auspicato il proseguimento del modello introdotto ringraziando il Ministro per l’impegno e l’attenzione dimostrati durante il suo mandato.
“Il nostro Paese sta affrontando sfide enormi, che rendono urgente l’introduzione di un modello di sviluppo resiliente, inclusivo e sostenibile, in linea con l’orientamento del Green Deal europeo, del Next Generation EU e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, ha dichiarato il Ministro Giovannini, esprimendo grande soddisfazione per il lavoro svolto, per la collaborazione ricevuta e per i contributi forniti da tutti i componenti della Consulta, istituita ad aprile 2021 e più volte riunitasi per confrontarsi sulle politiche, le iniziative e le attività del Ministero. “L’auspicio è che il nuovo governo prosegua sulla stessa linea, ascoltando le diverse voci della Consulta, rafforzandola come luogo di confronto e favorendone il compito di stimolo e di critica. Le infrastrutture e i sistemi di mobilità rivestono, infatti, un ruolo cruciale per il rafforzamento della competitività economica, il miglioramento della qualità della vita delle persone, la riduzione delle disuguaglianze e la trasformazione del sistema socioeconomico all’insegna della sostenibilità ambientale. La scelta degli obiettivi strategici, l’individuazione delle alternative e la programmazione degli interventi presenta elevati livelli di complessità. Per questo il disegno delle politiche deve essere innovativo prevedendo il coinvolgimento della società civile e della comunità scientifica”.
In questi 20 mesi, il Mims ha avviato un profondo cambiamento nel suo rapporto con l’esterno. In linea con la nuova denominazione, superando il confronto con i singoli portatori di interesse per coinvolgerli tutti insieme in un dialogo multilaterale. In tal modo, è stato creato un organismo, la Consulta appunto, in cui ogni componente ha potuto esprimere le proprie posizioni ascoltando quelle di soggetti appartenenti a settori diversi. In questo modo, sono potute emergere visioni comuni su temi “trasversali”, come la sicurezza o la transizione ecologica e digitale, che hanno avviato una trasformazione culturale, come risulta evidente dai documenti elaborati nel corso dell’ultimo biennio.
Per affrontare in modo scientifico la complessità delle diverse tematiche poste dal Next Generation EU e realizzare la transizione ecologica e digitale, il Ministero ha inoltre costruito un’estesa rete di collaborazioni con esperti e centri di ricerca, per disporre analisi statistiche ed evidenze scientifiche fondamentali per orientare le scelte, in un contesto di forte incertezza tecnologica e geopolitica. Sono stati quindi creati gruppi di lavoro e commissioni di studio, temporanee e permanenti, al fine di integrare la conoscenza del Ministero e condividerla attraverso la pubblicazione di rapporti e documenti, che hanno consentito di stimolare il dibattito sui diversi temi di competenza del Ministero.