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31 Ago 2022
ROMA - Sempre più spesso viaggiano in aereo le merci che noi compriamo. Al punto che il trasporto cargo aereo - quest'anno, nel 2022 - conquisterà volumi superiori al 2021 (del 4%) e finanche al 2019 (dell'11,7%). Lo prevede la Iata che guarda molto al 2019, ultimo e rilevante anno prima della pandemia.
Un risultato considerevole perché verrà conquistato malgrado le difficoltà del mercato cinese (per i lockdown) e la guerra in Ucraina (eventi che hanno frenato il settore del cargo via cielo tra giugno e luglio 2022). Del successo del cargo, qui in Italia approfittano soprattutto due scali del Nord: Brescia e soprattutto Malpensa. In sofferenza invece Fiumicino, dopo la scomparsa di Alitalia.
Cargo, in Italia bene Malpensa (2021)
In questo scenario, se le compagnie aeree brindano, le aziende che spediscono lo fanno molto meno, perché devono pagare loro tariffe impegnative.
I costi per Levi e Gap
E' il quotidiano inglese Financial Times a raccogliere le testimonianze delle aziende in difficoltà. Se state per acquistare un jeans della Levi Strauss, sappiate che ha viaggiato nella stiva di un aereo cargo per raggiungere il nostro negozio. La Levi Strauss - che produce camicie, giubbotti e pantaloni in 26 Paesi del mondo - è felice della rapidità e affidabilità della spedizione via cielo. Ma il margine di profitto lordo della società è calato dello 0,8%, nell'ultimo trimestre, a causa del caro tariffe del cargo aereo.
Aritzia, marchio del lusso canadese, produce i suoi vestiti anche in Cambogia, Vietnam, Indonesia. Prodotti che è poi invia ai clienti di oltre 200 Nazioni al mondo, con una notevole puntualità. Anche per Aritzia il trasporto aereo è diventato decisivo nel modello industriale. A costo, però, di perdere il 3% in termini di margini di profitto (nel 2022 rispetto al 2021).
Nata nel 1998 come produttrice di pantaloni per chi fa yoga, in soli 24 anni di vita Lululemon Athletica è diventata un gigante dell'abbigliamento sportivo, quotato al Nasdaq (negli Usa), forte di ricavi da 6,26 miliardi di dollari nel 2021, con 570 negozi nel mondo. Quest'anno Lululemon si è scontrata con la congestione dei porti e la limitata capacità delle navi di ospitare nuovi prodotti. Così ha puntato anche sull'aereo. Ma i conti del trimestre in corso accusano una pressione di 1,5 punti percentuali, proprio per i costi crescenti del servizio di invio.
Problemi anche per Gap, che sopporta 50 milioni di dollari di spese per il trasporto aereo nel trimestre; e per un altro gruppo di abbigliamento (Pvh, proprietario di marchi come Tommy Hilfiger e Calvin Klein), che ne paga 12. Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA