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08 Ago 2022
Inizio d’agosto tragico per il mondo dell’autotrasporto con sei autisti morti nel giro di pochi giorni e addirittura cinque vittime nello stesso giorno, il primo del mese, coinvolte in tre incidenti diversi. Il primo è avvenuto sulla Tangenziale Sud di Torino dove in serata un camion frigorifero dopo aver urtato il guard-rail ed essersi ribaltato ha preso fuoco, con le fiamme che hanno rapidamente invaso la cabina di guida senza lasciare scampo a Florian Stanciut, camionista rumeno residente in Italia.
Una tragedia che ha preceduto dio poco quella avve uta sull’A1, nella carreggiata sud all’altezza di Capogalliano, dove il restringimento di una carreggiata per lavori ha causato un tamponamento che ha coinvolto quattro veicoli industriali , l’ultimo dei quali guidato ancora una volta da un cittadino rumeno, residente a Roma, rimasto ucciso.
Due tragedie che hanno anticipato di poche ore la più grave, avvenuta sempre sull’autostrada A1 in direzione sud, questa volta tra Cassino e San Vittore, “innescata” da un incidente che ha visto protagonista un automobilista che dopo aver sbandato e avere urtato il guard-rail si è fermato con la propria auto sulla corsia.
Un autoarticolato che stava viaggiando nella stessa direzione, guidato da Antonio De Luca, di 51 anni, si è fermato e l’autista è sceso per soccorrere l’automobilista ma è stato investito da un’autocisterna in arrivo che dopo una brusca sterzata per evitare gli ostacoli in mezzo alla carreggiata si è ribaltata senza lasciare scampo ai due occupanti, Luigi Papa di 57 anni e Nico Mastrini di 49 anni, residenti a Marsciano, in Umbria e al terzo camionista coinvolto, Antonio De Luca, residente in provincia di Caserta e dipendente di una società di corrieri che lavora per Poste Italiane. La sesta vittima di questa prima parte d’agosto terribile per l’autotrasporto è un autista bulgaro di 46 anni investito il 4 agosto da un collega nel porto di Brindisi durante le operazioni d’imbarco su un traghetto per Igoumenitsa.
Sei autisti morti mentre stavano svolgendo il proprio lavoro ma che l’Italia, per una di quelle “scelte politiche” che non possono che apparire incomprensibili, non inserirà nell’elenco di vittime del lavoro, visto che nonostante sia il loro “luogo di lavoro” non viene considerata tale.
Fonte: STRADAFACENDO