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15 Giu 2022
Già con la pandemia erano emerse notevoli difficoltà finanziarie ed operative per le aziende, con pesanti effetti anche sui livelli occupazionali. In queste settimane, inoltre, le conseguenze della guerra in Ucrainae delle crisi da essa derivanti sul piano della stabilità dei mercati internazionali e dell’approvvigionamento energetico si stanno ripercuotendo in tutti i Paesi europei.
Nonostante questo complesso quadro economico e geopolitico e la flessione del PIL nel primo trimestre 2022, comunque si stima al 2,6% la crescita acquisita per il 2022.
Continuano invece a preoccupare gli aumenti dei prezzi delle materie prime e dei carburanti, chehanno portato ad un rallentamento dell’attività economica e ad un’impennata dei costi operativi. Guardiamo ad esempio ai prezzi di Brent, IFO e gasolio, che sono aumentati in due anni del +337% per il Brent, del +463% per l’IFO e del +511% per il gasolio.
Ciò ha determinato, nello stesso arco temporale, un aumento del +400% dei noli delle navi contenitori e del +500% delle navi rinfusiere.
Invece, grazie agli investimenti e ad uno spirito maggiormente collaborativo degli armatori, nel settore Ro-Ro i noli sono aumentati solo del +20% e su talune linee sono rimasti essenzialmente invariati, dimostrando così una grande resilienza di questo comparto. Un dato decisamente importante, considerando che proprio nelle Autostrade del Mare il nostro Paese detiene una quota di mercato del 43,6%, al primo posto tra i vettori mondiali.
A causa di questi drastici cambiamenti, stiamo assistendo inoltre ad un aumento del reshoring, sia a livello europeo che italiano, che vede il rientro della produzione di molte imprese ed industrie in precedenza delocalizzate all’estero. Con oltre 170 imprese rientrate in Italia siamo secondi solo alla Francia, che ci supera di poche unità, e riteniamo, da imprenditori e cittadini italiani, che questo fenomeno possa produrre effetti positivi generando nuovi posti di lavoro e nuovi scambi commerciali all’interno dell’Unione Europea.
Il reshoring coinvolgerà sicuramente anche il Mezzogiorno, che dovrà mostrarsi preparato, competitivo ed attrattivo attraverso servizi innovativi,lavoratori qualificati, piattaforme logistiche ed infrastrutture all’avanguardia, come scali portuali ed interportuali sempre più interconnessi tra loro.
In questa Regione abbiamo degli esempi eccellenti, come i Porti di Napoli e Salerno e l’Interporto Sud Europa di Marcianise, che rappresentano snodi strategici per supportare la crescita della Campania in Europa e nel mondo.
Il sistema logistico campano svolge un ruolo determinante per il Mezzogiorno e a dimostrarlo sono questi efficienti hub intermodali e le numerose imprese di trasporto e logistica che erogano servizi per industrie eccellenti di questo territorio, e sono fiero che molte di queste siano presenti qui oggi per offrire il loro contributo alla nostra iniziativa e per far capire quanto sia importante il lavoro svolto quotidianamente da ALIS.
Ci tengo a sottolineare con orgoglio che la nostra Associazione rappresenta molti imprenditori campani di altissimo profilo, che credono nello sviluppo del Mezzogiorno e sono in prima linea per contribuire a far crescere l’occupazione.
Lo sviluppo di un Sud moderno ed europeo, su cui vogliamo soffermarci negli interventi di oggi, è concretamente supportato dal PNRR e dal Fondo Complementare, che destinano al Mezzogiorno oltre la metà dei fondi previsti per gli interventi infrastrutturali, e dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, in cui l’80% delle risorse complessive è rivolto proprio a territori ed imprese meridionali, ma è importante che questi fondi vengano spesi bene e nei tempi previsti, altrimenti perderemo un’altra grande opportunità. Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario:
- favorire la creazione di campioni nazionali, e molti di questi sono Made in Sud,
- investire nelle infrastrutture, e penso ad esempio all’alta velocità ferroviaria per collegare tutte le Regioni meridionali,
- migliorare il sistema infrastrutturale e le connessioni tra rete viaria, porti ed interporti,
- cogliere e sfruttare le potenzialità turistiche e culturali del nostro Mezzogiorno,
- promuovere i benefici delle Zone Economiche e Speciali, volano di attrattività, semplificazione e nuovi investimenti,
- valorizzare le eccellenze imprenditoriali del Made in Italy del trasporto e della logistica,
- e puntare sulla centralità del nostro Paese nel Mediterraneo.
Per utilizzare recenti parole pronunciate dal nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi: “È grazie agli scambi marittimi che le città del Sud sono state per secoli un motore dell’economia, della cultura, della storia d’Europa. La vicinanza del Sud al cosiddetto “Grande Mare” è un vantaggio strategico da cogliere, un’opportunità da sfruttare”.
Proprio questo vantaggio strategico è stato colto e valorizzato dai nostri associati, che, insieme, hanno raggiunto risultati importantissimi nella direzione della sostenibilità ambientale, economica, sociale.
Da uno studio condotto da ALIS con SRM (centro studi di Intesa Sanpaolo) emerge infatti che solo nel 2021, grazie ai nostri associati che utilizzano l’intermodalità, sono stati trasferiti dalla strada verso ferro e mare:
Ma il dato ancor più interessante è che le imprese associate ad ALIS, oltre ad aver assicurato il regolare svolgimento dei servizi di trasporto durante i periodi più critici della pandemia, continuano a garantire il proprio impegno per la sostenibilità sociale generando, grazie allo sviluppo del trasporto intermodale marittimo e ferroviario, ulteriori risparmi legati all’efficientamento dei costi della catena logistica e consentendo così ai cittadini, e quindi alle famiglie italiane, di risparmiare ben 3,4 miliardi di euro in termini di minori prezzi dei beni di largo consumo così come per quelli di prima necessità.
Un impatto così importante sulla società, che ha comportato un risparmio tangibile sulle spese quotidiane delle nostre famiglie, ci fa comprendere ancora di più quanto sia fondamentale ogni giorno il lavoro svolto dalle compagnie armatoriali e ferroviarie per favorire i servizi intermodali ed il trasporto alternativo al tutto strada.
Grazie a questo prezioso impegno, le aziende italiane hanno inoltre potuto abbattere costi significativi a beneficio di una maggiore produttività e sostenibilità e ciò ha reso possibile accorciare le distanze fisiche, ma soprattutto quelle economiche esistenti tra Nord e Sud.
Tutti questi benefici così evidenti riguardano anche la tutela dell’ambiente, potendo affermare con decisione che l’intermodalità marittima e ferroviaria rappresenta oggi la vera ed immediata alternativa per coniugare la sostenibilità economica e sociale con quella ambientale dal momento che le attuali tecnologie ed alimentazioni, come l’elettrico e l’LNG,non sono in grado di garantire lunghe percorrenze o sono ancora troppo costose.
Nonostante la guerra in Ucraina e la crisi dell’approvvigionamento energetico, che ha portato purtroppo alla riapertura delle centrali a carbone, le agende politiche mondiali devono, secondo noi, continuare a riconoscere la sostenibilità ambientale come vero valore centrale da salvaguardare per le future generazioni.
Nella direzione della decarbonizzazione il popolo del trasporto e della logistica sta sostenendo importanti sforzi ed investimenti in linea con l’Agenda 2030 dell’ONU ed il Green Deal europeo, tra cui il Pacchetto “Fit for 55”.
In merito a questo pacchetto vorrei soffermarmi però sulla proposta legislativa “EU ETS”, che prevede l’inclusione del settore marittimo in un nuovo sistema di tassazione a danno del trasporto sostenibile.
Con ALIS abbiamo portato avanti un importante lavoro di informazione e sensibilizzazione attraverso incontri con interlocutori istituzionali, al fine di far comprendere che l’applicazione di tale normativa potrebbe seriamente compromettere la sostenibilità economica ed ambientale delle Autostrade del Mare e delle linee che collegano le isole, essenziali per i traffici nazionali ed intraeuropei.
Qualora gli armatori non riuscissero ad assorbire gli extra-costi di questa nuova tassazione o a ribaltarla sui clienti e di conseguenza sulla committenza finale e, quindi, sui consumatori, il rischio è che tratte indispensabili delle Autostrade del Mare possano chiudere, mentre alcuni collegamenti con le isole possano vedere i loro prezzi aumentare a danno della continuità territoriale stessa.
Dunque, potremmo assistere ad un vero e proprio back shift modale, in controtendenza con il lavoro svolto dall’Unione Europea per lo sviluppo delle Autostrade del Mare, con il pericolo di fare un salto indietro di 30 anni facendo tornare milioni di camion all’anno sulle strade italiane ed europee ed aumentando del 70% le emissioni di CO2 a danno della sicurezza con il rischio dell’aumento dell’incidentalità.
E tutto ciò vanificherebbe inoltre gli enormi sforzi del lavoro svolto fino ad oggi a beneficio delle famiglie italiane e della collettività che hanno risparmiato ben 3,4 miliardi di euro in termini di minori prezzi per i beni di largo consumo e di prima necessità.
Pochi giorni fa abbiamo appreso con soddisfazione l’esito della Plenaria del Parlamento Europeo che ha bocciato la proposta sul sistema ETS e ci auguriamo che nei prossimi lavori autunnali sia confermata l’esclusione del trasporto marittimo.
Per favorire la transizione modale, e quindi ecologica, ci auguriamo che il Governo investa maggiormente in quelle misure che hanno incentivato l’intermodalità, come fatto con Marebonus e Ferrobonus ritenute vere e proprie best practice a livello europeo, echehanno portato altri Paesi - tra cui la Spagna - ad investire notevolmente in incentivi simili.
Ahimè, invece, proprio nel nostro Paese, che ha compreso prima di tutti il valore del trasporto intermodale attraverso un Ecobonus da 77 milioni all’anno per le aziende di trasporto e logistica, oggi queste risorse sono state ridotte a 20 milioni annui fino al 2026per Marebonus e Ferrobonus.
Il nostro auspicio è che, per supportare la transizione ecologica, venga aumentata la dotazione finanziaria di ciascuna misura a 100 milioni di euro all’anno dal 2022 al 2030, sostenendo le imprese virtuose del settore che, per la pandemia prima e la guerra poi, pur lavorando in perdita hanno sorretto il Paese.
Auspichiamo quindi che il Governo sostenga maggiormente gli imprenditori del trasporto e della logistica, perché così si potrà procedere avanti tutta verso una transizione modale ed ecologica a beneficio delle future generazioni.
Il PNRR, con i 45 obiettivi da conseguire entro questo mese come annunciato dal Governo, sta contribuendo alla trasformazione del Sistema Paese attraverso lo sviluppo di una politica industriale che punta ad innovare filiere strategiche, come quelle della Campania che esprime grandi eccellenze nei settori agroalimentare, automobilistico, tessile, moda, chimico, cantieristico e dell’economia del mare.
Ma il Piano è orientato anche all’inclusione e alla coesione, rafforzando le infrastrutture sociali, le politiche attive del lavoro per i giovani e la parità di genere.
Investire in misure come queste è infatti fondamentale anche in termini di crescita occupazionale, soprattutto se consideriamo la strutturale carenza di figure professionali specializzate nel nostro comparto, come nel caso degli autisti per i quali si registra una mancanza di 20mila figure in Italia, così come di migliaia di marittimi, macchinisti ed operatori logistici.
ALIS punta da sempre sulla valorizzazione del capitale umano e, grazie ai progetti di formazione promossi da ALIS Academy conITS, Scuole, Università e centri di ricerca, ha agevolato finora l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani talenti con 600 stage, di cui il 50% si è concretizzato in nuove assunzioni.
Proprio nel Mezzogiorno, dove il tasso di disoccupazione è così elevato, queste iniziative sono sempre più importanti anche al fine di permettere ai giovani di poter contare su immediati sbocchi lavorativi, come quelli offerti dalla nostra Associazione.
Stiamo contribuendo a ridurre il divario territoriale ma anche quello sociale ed occupazionale, garantendo concrete opportunità di lavoro nelle aree amministrative ed in quelle operative delle nostre aziende ed offrendo nuove e diverse prospettive di vita a tanti validi giovani che, altrimenti, si troverebbero costretti ad abbandonare le proprie città e paesi. Possiamo fermare l’esodo dei nostri ragazzi, che rappresentano il vero patrimonio del Mezzogiorno.
Agire concretamente sull’inclusione, la coesione e la responsabilità per le nuove generazioni e per le fasce più deboli è una priorità della nostra Associazione, come testimonia anche il lavoro portato avanti da ALIS per il Sociale, la nostra nuova Commissione Tecnica che abbiamo voluto istituire da qualche mese.
Con ALIS per il Sociale abbiamo mantenuto l’impegno assunto durante il nostro grande evento Let Expo di devolvere in beneficenza parte del ricavato, pari a 100mila euro, alla Comunità Lautari, alla Fondazione Santobono Pausilipon e all’Associazione Un calcio per tutti, e abbiamo potuto offrire il nostro aiuto a donne e bambini ucraini, inviando inoltre nelle città colpite dalla guerra i nostri camion con beni di prima necessità utilizzando i nostri collegamenti marittimi e ferroviari.
Concludo con la convinzione che incontri come quello di oggi ci danno la possibilità di ricordare e sottolineare i valori sui quali si fonda l’azione della nostra grande Associazione, di cui fanno parte tanti campioni nazionali, tanti protagonisti dell’economia meridionale, tante eccellenze del territorio campano.
Vogliamo concretamente perseguire lo sviluppo del nostro Paese, valorizzando il ruolo chiave del Sud.
Vogliamo continuare a proporre soluzioni efficaci per un trasporto ed una logistica sempre più sostenibili.
Siamo disponibili e lieti di rappresentare un interlocutore serio ed affidabile per le Istituzioni nazionali e comunitarie.
Sappiamo che per raggiungere questi obiettivi così ambiziosi sarà necessario unire le migliori energie del Paese, e noi ci siamo.