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18 Mar 2022
Cosa sta facendo la sua azienda per un trasporto ed una logistica sostenibile?
Spesso con il concetto di sostenibilità si fa riferimento unicamente a tematiche di carattere ambientale mentre la nostra agenda tratta il tema secondo due pilastri distinti ma intrinsecamente collegati: la sostenibilità sociale, intesa come impegno dell’azienda verso le persone che vi lavorano sia come impegno verso l’esterno, nonché ovviamente la sostenibilità ambientale.
Relativamente alla “sostenibilità sociale”, FORBES ci ha recentemente inseriti tra le aziende di servizi in Italia, con la miglior gestione del personale. Il riconoscimento ci rende particolarmente felice considerando che in tale comparto FORBES ha rinchiuso qualsiasi aziende di servizi dalla consulenza, all’hotellerie. Tra gli elementi sottolineati da FORBES è stata sottolineata la Driver Gruber Accademy, un sistema formativo volto a supportare la crescita professionale degli autisti. Va, inoltre, sottolineato come il tema della sostenibilità sociale sia stato un tema molto discusso nel nostro settore, ahimè per via di casi di cronaca che hanno acceso una luce di allarme specificatamente sulla contract logistics.
Gruber Logistics è presente nel segmento della logistica da molti anni soprattutto in Germania ed è entrata nel mercato italiano da un paio d’anni con investimenti consistenti tanto che ad oggi contiamo oltre 100.000 m2 nel nostro paese la cui metà si trovano nell’hinterland milanese. Da subito abbiamo posto al centro della nostra strategia di penetrazione del mercato italiano la gestione diretta del personale di magazzino al fine di implementare con più efficacia elementi di innovazione e ingegneria organizzativa. Ci siamo altresì trovati ad aver avuto un riconoscimento, non solo per la qualità del servizio erogato, ma per il fatto di garantire trasparenza sulla gestione dei lavoratori. Non lo consideriamo un “merito”, dal momento in cui dovrebbe essere normale riuscire a garantire determinati standard, ma va comunque annotato come il mercato abbia visto in questa strategia di gestione un elemento fondamentale di garanzia.
Per quanto concerne il tema della sostenibilità ambientale nell’ultimo anno e mezzo il nostro impegno è stato estremamente gravoso sia in termini di progetti a breve termine, sia in relazione a progettualità di lungo periodo. Per citare alcune delle nostre iniziative abbiamo acquisito 100 mezzi a metano liquido, avviato il primo distributore in Europa dedicato interamente al BioLNG, testato i primi mezzi pesanti elettrici e avviato il deployment di carburanti alternativi anche nel comparto dei trasporti eccezionali. A questo aggiungiamo l’incremento dei trasporti intermodali che hanno superato nel 2021, 20.000 spedizioni. Ci siamo spinti anche oltre, impegnandoci in prima persona a livello rappresentativo per permettere uno sviluppo più rapido all’intero settore. Nello specifico ho avuto il piacere di essere stato eletto in rappresentanza di tutte le aziende di logistica e degli utilizzatori di logistica in 2ZERO, associazione creata dal settore automotive e dalla Commissione Europea per definire i principali obiettivi di ricerca verso mezzi ad emissioni zero.
Cosa chiede ai suoi partner per un trasporto ed una logistica sostenibile?
La domanda lascia intendere una corretta riflessione sul concetto stesso di sostenibilità e cioè che il tema richieda necessariamente una partnership, un’azione coordinata a livello sistemico. Quanto avvenuto e avviene in Italia in riferimento alla sostenibilità sociale della logistica o più propriamente alla mancanza di sostenibilità sociale della logistica ci dice il contrario. Ci racconta di un settore che è stato impoverito per la mancanza di presa di responsabilità dei vari attori in gioco. Ovviamente dicendo ciò faccio anche riferimento alla committenza. Se, infatti, la discussione nei tender si limita o si esaurisce su una tematica di prezzo è naturale che si scopra il fianco a pratiche illecite. Non dico ciò per sollevare taluni attori dalle loro responsabilità ma per richiamare l’attenzione sulla necessità di introdurre un tema di responsabilità diffusa. Analoghe considerazioni possono essere fatte parlando di “sostenibilità ambientale”. Spesso e volentieri si chiede alle aziende di trasporto di fare determinati investimenti senza prevedere un impegno condiviso in termini di potenziali aumenti, lunghezza di contratti ecc.
Più che “chiedere qualcosa a qualcuno” mi limito a fare un auspicio per l’intero settore e cioè quello di riuscire ad intraprendere sempre più percorsi condivisi e partecipati di sostenibilità. La nostra fortuna è quella di avere la possibilità di lavorare con diverse aziende che condividono la nostra stessa visione di futuro.
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