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27 Gen 2022
Forme di sostegno per formare nuovi conducenti di camion e garantire così un futuro al comparto dell’autotrasporto messo in pericolo proprio dall’emergenza autisti, oltre che dai pesanti rincari dei carburanti, dalla concorrenza sleale dei vettori stranieri e da una burocrazia che ostacola la competitività. Ma anche una formazione che preveda tirocini su strada indispensabili per assicurare una reale “qualità professionale” dei nuovi camionisti e sicurezza sulle strade, affiancando ai ragazzi che devono imparare il mestiere, i tanti professionisti di esperienza disponibili.
A suggerire una possibile doppia soluzione contro l”emergenza autisti è Dario Mongodi, rappresentante dell’area trasporto di Confartigianato Imprese Bergamo oltre che vicepresidente regionale e consigliere del direttivo nazionale dell’associazione denunciando come oggi esista “un problema a monte che riguarda la formazione dei giovani autisti, oggi pressoché inesistente”. Un problema da risolvere immediatamente (anche perché quella che oggi è un’emergenza a breve potrebbe diventare una semiparalisi del Paese) condividendo un percorso di formazione “sul campo” e con camionisti esperti a fare da tutor agli aspiranti conducenti, indicato poche settimane fa da un altro rappresentante della categoria, Giuseppe Cristinelli, presidente di Fai (Federazione autotrasportatori di Bergamo) che aveva lanciato per primo l’invito a utilizzare un “foglio rosa” (per leggere l’articolo clicca qui) anche sui camion, permettendo ai giovani di impratichirsi accompagnati da un “veterano del volante”.
“L’autotrasporto è un mestiere che richiede competenza e professionalità, anche per i risvolti che comporta sul fronte della sicurezza, ma la professionalità si può acquisire solo con la pratica in azienda, e non possono certo bastare 15 ore di guida col rilascio della “carta di qualificazione conducente”, la Cqc Merci”, ha affermato Dario Mongodi chiedendo al Governo di “incentivare, anche economicamente, le aziende che si fanno carico della formazione, magari proprio utilizzando i tanti professionisti di esperienza e disponibili ad affiancare i ragazzi a imparare il mestiere”. Facendo quella formazione su strada che manca e sulla quale, ha aggiunto Mongodi, occorre assolutamente investire “fornendo così un reale sostegno alle aziende del settore pronte a investire nella formazione su strada, anziché aumentar loro il carico di burocrazia”.