In tutto nel capoluogo sabaudo sono stati nove i destinatari delle misure cautelari, che sono state eseguite questa mattina dai carabinieri. Tre di questi erano già in carcere, altri due sono stati arrestati in flagranza durante le perquisizioni. Rientrano tra le 19 persone arrestate, nell’ambito dell’intera operazione El Dorado, dal nome dell’aeroporto di Bogotà, in Colombia.
È infatti in aeroporto che nel 2016 ci fu il primo sequestro di un grande quantitativo di cocaina, gli sviluppi di quell’indagine hanno portato a Cagliari sulle tracce di una persona che però non c’entrava nulla con l’organizzazione, pur essendo un assuntore. Andando a ritroso, i carabinieri sono riusciti a risalire ai fornitori e quindi di chiudere il cerchio su Torino, considerato il quartier generale del traffico, dove gli indagati hanno investito negli anni importante somme in immobili, bar e negozi non prima di averle “ripulite”. L’ipotesi sarebbe confermata da un episodio, del 19 ottobre 2017: uno dei brokers al casinò di Saint Vincent, in Valle d’Aosta, avrebbe provato a riciclare 10mila euro con la tecnica del “gioco d’azzardo”, quindi cambiando il denaro in fiches e poi chiedendo indietro un assegno.
Somme importanti che derivavano per gli investigatori dal sistema che muoveva dai 1.500 ai 2mila chili di hashish ogni due mesi e tre chili al mese di cocaina pura, importati dalla Spagna. Di questi circa un quarto era destinato al mercato sardo: a Cagliari i carabinieri hanno bloccato a dicembre del 2017 la cisterna che trasportava 800 chili di hashish in 13 contenitori e tre chili di cocaina. Partita da Torino piena di vino, aveva fatto tappa a Malaga dove è stata caricata la droga, per poi tornare con bolla di accompagnamento spagnola in Italia, diretta al sud. Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA