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12 Gen 2022
"Una sfida globale per una logistica sostenibile. In ogni Società, la qualità della vita dipende anche dalla capacità di predisporre un sistema di trasporti efficiente e accessibile. Allo stesso tempo, però, i trasporti rappresentano una delle principali fonti di pressione ambientale, contribuendo ai cambiamenti climatici, all’inquinamento atmosferico e acustico, al consumo energetico, all’impermeabilizzazione dei terreni e al consumo di suolo agricolo. Alcune tra le principali cause della frammentazione degli habitat naturali. Si tratta - rileva una nota di Meritocrazia Italia - di una delle sfide più difficili del presente. A fronte di qualsiasi problema, si è soliti immaginare tre tipi di soluzioni con difficoltà crescenti: una soluzione tecnologica (applicazione di tecniche risolutive), una organizzativa (riprogrammazione degli obiettivi e metodi) e una formativa (cambio dei comportamenti)".
"In Europa, autovetture, furgoni, camion e autobus producono oltre il 70% delle emissioni di gas a effetto serra generate dai trasporti e la quota restante proviene principalmente dal trasporto marittimo e aereo. Gli inquinanti atmosferici, come il particolato (Pm) e il biossido di azoto (No2), procurano danni rilevanti all’ambiente e alla salute umana. Così anche l’Italia - prosegue la nota - ha da anni introdotto importanti restrizioni sui livelli di emissioni consentiti, ma, a fronte di una riduzione dei gas di scarico e di una maggiore efficienza dei motori, le concentrazioni di inquinanti atmosferici sono ancora troppo elevate. Ciò perché occorrerebbe, parallelamente, una riorganizzazione logistica del territorio. I settori del trasporto sono molte volte ridondanti negli scali, in competizione solo economica e non di servizio sulle tratte".
"Altre volte, non si integrano - rimarca Meritocrazia Italia - . Si trovano ancora stazioni, aeroscali e autoporti mal collegati. L’intermodalità è rimasta un proposito non realizzato e, quando attuata, coinvolge solo due vettori (treno-camion, nave-camion). Con il cattivo funzionamento della rete ferroviaria italiana degli ultimi vent’anni: nel trasporto di persone, manca la pianificazione delle coincidenze, e, investendo tutto sull’alta velocità, si è riusciti a far concorrenza ai voli aerei, ma è rimasto indietro il sistema dei treni a lunga percorrenza; nei servizi di trasporto merci, le politiche dei prezzi bassi sono state uno dei pilastri impliciti di una errata strategia industriale. Il costo di questo approccio è stato pagato per anni, da un lato, in termini di perdite di bilancio delle ferrovie nel settore merci e, dall’altro, con gli aiuti di Stato all’autotrasporto".
"Nel frattempo - riferisce Meritocrazia Italia in una nota -, il mercato italiano dei servizi logistici ha mantenuto le sue caratteristiche di frammentazione, ed è diventato progressivamente colonia delle principali multinazionali del settore. Ai primi dieci posti della graduatoria, sono presenti solo due aziende di proprietà italiana. È tempo di riprogrammare gli obiettivi, in un giusto bilanciamento tra diritto allo spostamento e impatto ambientale. Quando la Spagna intraprese la progettazione dell’alta velocità, pensò a un piano nazionale per la logistica integrata, la politica di Aznar e del Mfom (Dipartimento ministeriale dello sviluppo), e, con una scelta di coraggio, chiuse gli aeroscali e i porti troppo vicini tra loro (di solito a distanza di 200 km), compensando con il potenziamento ferroviario". Leggi tutta la notizia
Fonte: ADNKRONOS