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09 Dic 2021
Si riporta il testo dell’intervista che il ministro Enrico Giovannini ha rilasciato al Corriere del Mezzogiorno dal titolo: “Più merci sui binari e Bari- Roma” di Maddalena Tulanti.
Entro il 2026, anno in cui dovranno essere spesi i soldi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), la “cura del ferro” dovrà aver cambiato il volto della Puglia. Ne abbiamo parlato con il Enrico Giovannini, economista, ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili.
Prima di tutto ministro Giovannini, in che cosa consiste di preciso la “cura del ferro”?
«Significa aumentare la percentuale di passeggeri e merci trasportati sulle ferrovie rispetto a quelli su strada. Un programma fondamentale se vogliamo contribuire alla riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di gas a effetto serra per arrivare nel 2050 alla “carbon neutrality”, vale a dire a emissioni nette di anidride carbonica pari a zero. Parliamo del Green Deal, che dovremo raggiungere attraverso l’ambizioso pacchetto climatico “Fit for 55”».
Allora partiamo dall’Adriatica, la linea ferrovia Bologna-Lecce, recentemente finanziata con un nuovo investimento di 5 miliardi che si aggiungono ai 350 milioni previsti nel 2013. I cui lavori, per onestà bisogna ricordare, ad oggi sono ultimati solo in parte. A che cosa mira il rafforzamento di questa linea?
«Innanzitutto migliorerà la qualità della vita delle persone e la competitività delle imprese. Perché velocizzare la linea ferroviaria Bologna-Lecce avrà un duplice effetto: per i treni che trasportano passeggeri si otterrà una significativa riduzione dei tempi di percorrenza, almeno un’ora, mentre per i treni merci si elimineranno i colli di bottiglia aumentando la loro capacità di trasportare una quantità di merci molto superiore all’attuale dai principali porti pugliesi fino al Nord. Sarà potenziato anche il collegamento fra Taranto e Brindisi».
Che cosa si è pensato invece per Bari? A che punto è il collegamento con Napoli?
«Una volta ultimate le opere, la tratta Napoli-Bari, i cui cantieri sono già aperti, passerà a 2 ore dalle attuali 4 con cambio a Caserta, mentre si arriverà a Roma da Bari in 3 ore invece delle attuali 4 ore e 10. L’intervento è ripartito in vari progetti. Tra questi, la realizzazione di una variante all’attuale linea Napoli-Cancello per 15,5 chilometri passando dalla stazione alta velocità di Napoli-Afragola, raddoppiando la linea tra Cancello e Frasso Telesino e Frasso Telesino-Vitulano per 46 chilometri; quella, per circa 47 chilometri, della linea Apice-Orsara, di cui 80% in galleria; e quella della tratta Orsara-Bovino. E nascerà la nuova stazione di “Hirpinia”. Alla fine di tutte le operazioni saranno stati eliminati 25 passaggi a livello».
E per il resto dei capoluoghi? Che cosa si è pensato per collegare Bari alla Basilicata e alla Calabria.
«Per i collegamenti con la Basilicata sarà potenziata la direttrice Battipaglia–Metaponto–Taranto, con una riduzione dei tempi di percorrenza sulla tratta Taranto-Napoli di circa 30 minuti, anche grazie al progetto di collegamento di alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Per i collegamenti con la Calabria, sarà potenziata la linea jonica, in particolare la tratta Taranto-Metaponto-Sibari, che poi prosegue fino a Paola sulla linea tirrenica e costituisce il corridoio di collegamento tra il porto di Gioia Tauro e la direttrice adriatica».
Fonte: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA' SOSTENIBILE