Cerca Aziende di:
06 Dic 2021
C’è una sorta di polemica, neanche troppo velata, nelle parole proferite dal Presidente di Alsea, Associazione lombarda spedizionieri e autotrasportatori, Betty Schiavoni durante l’incontro intitolato “Liguria e Lombardia insieme per un’infrastruttura comune” insieme al Presidente di Spediporto Alessandro Pitto.
Focus dell’incontro, andato in onda su Milanow, è stato il potenziale, non ancora espresso, che un collegamento efficiente tra le due città di Milano e Genova potrebbe avere in termini economici, di incremento delle offerte di lavoro e dell’aumento del traffico merci se solo fossero presenti le infrastrutture necessarie al “normale svolgimento” delle operazioni logistiche, ormai in essere da decenni e che solamente ora si stanno smuovendo.
“L’export, che vale il 30% del PIL italiano – spiega Schiavoni – deve avere canali più efficienti. Ne va della nostra ripresa economica. Le inefficienze attuali vanno, logicamente, a ripercuotersi sul consumatore finale e quindi sui nostri portafogli. Non bisogna lasciarsi scappare la possibilità di sfruttare il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per dare priorità alle infrastrutture necessarie. I porti liguri devono essere rafforzati sia con collegamenti autostradali che con collegamenti ferroviari e l’opinione pubblica deve capire che se si vuole accontentare la domanda di merci e la celerità dei trasporti bisogna accettare la costruzione di infrastrutture anche se rovinano il paesaggio”.
“Grazie al collegamento tra Genova e Milano e agli atout che ognuno dei capoluoghi possiede, facilitando non solo il trasporto merci ma anche il traffico passeggeri, si potrebbe intendere l’area geografica come un’unica area metropolitana che, in questo modo, diventerebbe competitiva con altre aree mondiali” ha aggiunto Pitto. Il 42% della merce che transita per il porto di Genova, che solamente in Lombardia genera 22.000 addetti fra diretti e indiretti, è destinato o ha origine verso la regione lombarda e ne è quindi porta per l’import e soprattutto per l’export. Strategico, dunque, in materia di infrastrutture e logistica, è portare avanti le opere in parallelo. Quando sarà completato il Terzo Valico e si arriverà al di là dell’Appennino ci sarà la necessità di quadruplicare le linee esistenti fra Tortona e Voghera e tra Pavia e Milano perché altrimenti ci ritroviamo in un collo di bottiglia come al punto iniziale.
Tuttavia, per anni, siamo stati vittima di un preconcetto che le infrastrutture fossero dannose, portassero inquinamento, fossero soggette a fenomeni di malversazione o possibili casi di corruzione e quindi abbiamo creato anche un codice degli appalti che è molto più oneroso e complesso di quelle che sono le normative europee per cui gli iter di approvazione infrastrutturali, in Italia, sono ben più lunghi del processo di costruzione dell’opera stessa”. Leggi tutta la notizia
Fonte: SHIP2SHORE