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Non solo i pasti recapitati dai rider di Uber Italy, o le consegne fatte da Dhl, o i libri movimentati da Ceva: un altro contestato caso di «“esternalizzazione patologica” della forza lavoro, ormai una costante del mondo del lavoro popolato da soggetti che accettano qualsiasi condizione pur di lavorare», per la Procura di Milano investe infatti i trasporti della divisione italiana del colosso della logistica «Gls»: multinazionale da 4 miliardi e mezzo di euro fatturati in un anno nel trasportare 840 milioni di pacchi per 250.000 clienti in 41 Paesi, dove in 1.500 depositi il gruppo internazionale (nato in Germania, con testa in Olanda e controllo nel gruppo postale inglese Royal Mail) impiega 21.000 persone e utilizza 4.000 Tir e 31.000 furgoni.