Cerca Aziende di:
21 Lug 2021
MILANO - A marzo ha ricevuto una sanzione di 5 milioni ma non ha ancora ridotto il costo del pedaggio nelle tratte con notevoli problemi di viabilità. Così l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sintetizza le ragioni che hanno portato ad avviare "un procedimento di inottemperanza nei confronti di Autostrade per l'Italia S.p.A. (ASPI), concessionaria della gestione e della manutenzione di oltre 3.000 km di rete autostradale nel nostro Paese".
Aspi è la concessionaria cui faceva capo il Ponte Morandi e che, dopo un lungo braccio di ferro, dall'orbita Benetton è passata alla cordata guidata dalla Cdp con i fondi.
Secondo la ricostruzione dell'Authority, la società non ha dato seguito alla diffida che le imponeva "di cessare la pratica scorretta accertata nel mese di marzo 2021, atteso che ASPI non ha ridotto il costo del pedaggio e/o non ha adottato alcuna procedura per riconoscere agevolazioni tariffarie e rimborsi per le tratte autostradali in cui si verificano rilevanti criticità nella viabilità a causa di lavori straordinari per la messa in sicurezza delle infrastrutture che risentono di gravi carenze nella gestione e nella manutenzione".
Al termine dell'istruttoria, l'Autorità aveva sanzionato la concessionaria con il massimo edittale, pari a 5 milioni di euro, per la mancata riduzione del pedaggio. I tratti in questione sono ricordati dalla nota dell'Autorità: si tratta delle autostrade A/16 Napoli/Canosa, A/14 Bologna/Taranto, A/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano, in violazione degli articoli 20, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo.
"In queste tratte - ricordano gli sceriffi della concorrenza e dei diritti dei consumatori - si erano registrate importanti riduzioni delle corsie di marcia e/o specifiche limitazioni della velocità massima consentita, con conseguente notevole disagio non solo per i consumatori ma anche per gli autotrasportatori, in termini di code, rallentamenti e significativo aumento dei tempi di percorrenza".
La società ha affidato a una nota la reazione alla presa di posizione dell'Antitrust, ricordando che "d'intesa con il MIMS e nell’ambito della più ampia gestione della concessione, ha attivato già dal 2020 riduzioni o azzeramenti del pedaggio a favore dell’utenza nelle tratte oggetto di sensibili disagi a causa di lavori di manutenzione, per un totale di 77 milioni di euro di minori ricavi nel periodo 2020-21. In tali tratte rientrano, peraltro, proprio quelle segnalate a suo tempo dall’Antitrust (dove erano presenti riduzioni di carreggiata, poi risolte, imposte dall’Autorità giudiziaria), il cui procedimento riguarda eventi non attuali, ma avvenuti tra dicembre 2019 e gennaio 2020". Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA