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16 Lug 2021
Il pacchetto “Fit for 55”, presentato lo scorso 14 luglio dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, contiene ben 13 proposte legislative sull’energia e sul clima che hanno come scopo quello di mettere l’Unione Europea in condizione di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e diventare totalmente green dal 2050.
Il nostro Paese, insieme alla Francia, alla Spagna ed al Portogallo ha avanzato una serie di perplessità circa i rischi che, su economie caratterizzate dalla prevalenza di PMI e con una forte vocazione industriale in settori che saranno particolarmente toccati dal Pacchetto, come l'automotive, possano scaricarsi sovraccosti che finiscano per mettere fuori mercato interi settori economici.
In aggiunta a ciò l'Italia ha anche fatto rilevare come occorrerà vigilare affinché il Fondo di coesione con cui la U.E. supporterà la transizione ecologica non finisca per essere appannaggio pressoché esclusivo di quei Paesi che sono oggi più legati - come molta parte dei cosiddetti Paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Bulgaria, Romania e alcuni dei Paesi Baltici) - al carbone come principale fonte energetica.
Per quanto riguarda il nostro settore, nel pacchetto la novità è soprattutto rapresentata dal nuovo sistema ETS (sistema che stabilisce un tetto massimo complessivo di emissioni consentite per ciascun operatore, superato il quale occorre comperare, in un apposito mercato, dei certificati verdi da chi invece è ancora all'interno dei limiti di emissioni consentite) che sarà esteso, sia pure con regole particolari, anche al trasporto su strada.
Sotto questo profilo UETR (l’Associazione europea delle piccole e medie imprese del trasporto merci su strada, di cui Assotir è componente effettivo) ha espresso, tramite un comunicato stampa del 15 luglio scorso di cui riportiamo in allegato la versione in italiano, più di qualche perplessità.
Se infatti l’Associazione europea accoglie con favore la proposta di regolamento sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi e il suo approccio pragmatico agli obiettivi dell'infrastruttura elettrica in relazione ai veicoli commerciali immatricolati negli Stati membri, esprime, invece, qualche preoccupazione sulla proposta di un nuovo ETS separato per il trasporto su strada per il fatto che aumenterebbe i prezzi del carburante e avrebbe un impatto sui consumatori.
I piccoli autotrasportatori supportano la mobilità sostenibile – sostiene l’UETR nel comunicato - ma gli investimenti già effettuati devono essere presi in considerazione, ora più che mai, alla luce della crisi del COVID 19 e delle urgenti esigenze legate alla ripresa. Con l'evoluzione della flotta che molto probabilmente manterrà un numero significativo di veicoli con motore a combustione interna e diesel nei prossimi 10 anni, se non dotati di adeguati vettori di supporto, già in difficoltà, non avranno altra scelta che trasferire i maggiori costi ai clienti, e quindi ai consumatori.
A questo proposito, l'UETR sottolinea l'importanza di garantire uno stanziamento rigoroso e ampio, per tutti i flussi di entrate nazionali, da utilizzare per investimenti specificamente nel trasporto stradale e nelle infrastrutture per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.
Fonte: ASSOTIR