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15 Lug 2021
ROMA – L’Associazione di Confindustria lancia ancora una volta l’allarme al Governo e al Ministro della mobilità sostenibile Giovannini per quella che è oramai un’emergenza nazionale, e non solo, cioè la carenza di autisti nel settore dell’autotrasporto nazionale ed internazionale di merci su strada. La ripresa economica che ha seguito la grave crisi pandemica rischia ora di incepparsi perché le imprese del settore non riescono a trovare autisti per le proprie flotte e il problema non è soltanto nazionale, ma europeo.
“L’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo, l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione, le inefficienze del sistema distributivo con insopportabili aumenti dei tempi attesa allo scarico e uno stato delle infrastrutture oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci sta creando una miscela esplosiva, amplificata dalla mancanza di autisti” - è il grido di allarme di Thomas Baumgartner, Presidente di ANITA, l’Associazione del trasporto e della logistica di Confindustria.
“Le imprese di autotrasporto e logistica, in queste condizioni, rischiano di non riuscire a garantire l’approvvigionamento dei beni, compresi quelli di prima necessità – prosegue Baumgartner – ed è arrivato il momento di affrontare concretamente questa emergenza, con il rafforzamento delle politiche attive del lavoro e l’avvio di una efficace azione per qualificare persone, anche disoccupate o coinvolte in situazioni di crisi aziendali che potrebbero essere collocate nel settore”.
Va poi rivista completamente la formazione scolastica per allargare il bacino di potenziali interessati a intraprendere la professione di conducente professionale che non è più quella di venti anni fa. I veicoli di ultima generazione richiedono conoscenze di tecnologie più alla portata delle nuove generazioni e garantiscono maggiore sicurezza e sostenibilità ambientale. In questo modo si supererebbe anche la questione dei costi legati all’ottenimento della CQC e della patente professionale che sono oggi certamente un ulteriore elemento deterrente per i giovani. ANITA ha chiesto di prevedere una quota dedicata agli autisti all’interno del decreto flussi ed attende quindi risposte positive da parte del Governo, ben sapendo che questo rappresenterebbe certamente non “la” soluzione al problema ma certamente un contributo positivo. Si rischia una “tempesta perfetta” se non si interviene rapidamente sul tema e la questione riguarda non soltanto la categoria ma il futuro del nostro Paese.