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17 Giu 2021
Le storie di molte aziende di autotrasporto bergamasche hanno un inizio identico, con i fondatori che hanno acquistato un camion e si sono messi al volante. Ma moltissime aziende bergamasche hanno anche un futuro uguale: essere guidate non più da “semplici conducenti diventati stradafacendo” imprenditori ma da veri e propri manager dell’autotrasporto: professionisti in grado di gestire sofisticati software che ottimizzano il lavoro quotidiano, fra commesse, carichi e scarichi, percorsi, orari di guida e riposo, di fare un’esatta analisi dei costi e di comprendere quanto tenere il parco veicolare, quando cambiarlo e come. Una strada che molti imprenditori del settore, spesso figli o nipoti dei fondatori, considerano obbligata per restare competitivi sul mercato.
È quanto emerge da un primo “viaggio” realizzato fra le imprese di autotrasporto associate alla Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo con l’obiettivo di fotografare la situazione del mercato, analizzando i principali problemi del settore e condividere possibili soluzioni, raccogliendo suggerimenti su possibili nuove iniziative da intraprendere. Come, per esempio, proprio “quella di organizzare nuovi corsi di formazione con materia di studio «economia aziendale applicata all’autotrasporto, come spiega un articolo pubblicato nell’inserto di 16 pagine dedicato ai trasporti in edicola con il quotidiano l’Eco di Bergamo.
“Una delle richieste emerse da questa serie di visite organizzate con gli associati, “inviando” nelle aziende nostri rappresentanti” che ha portato alla luce anche altre richieste di diverso tipo che stiamo raccogliendo per poi valutare, insieme con il nuovo consiglio appena eletto, quali nuovi eventuali servizi organizzare e offrire alle oltre 350 imprese associate, per un totale di oltre 6.500lavoratori”, come conferma Giuseppe Cristinelli, presidente Fai Bergamo. Richieste e segnalazioni che riguardano in particolar modo i problemi della mobilità sempre più difficile, fra problemi infrastrutturali (con diversi associati che hanno fatto avere all’associazione fotografie e anche video di punti della viabilità sul territorio che presentano non pochi problemi) ma anche i divieti e le difficoltà nell’ottenere incentivi adeguati e strutturati in maniera organica per rinnovare le flotte acquistando mezzi più ecologici. E, ancora, la mancanza di controlli per contrastare la concorrenza sleale e garantire contemporaneamente più sicurezza sulle strade o la vera e propria fuga dalla professione di camionista da parte dei giovani e la necessità di iniziative per riavvicinarli a questa professione.
Fonte: STRADAFACENDO