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13 Mar 2020

Il porto di Genova al collasso: sospese le attività nel primo molo italiano

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Una giornata da tregenda per il settore della logistica italiana che si è conclusa peggio di come era iniziata.

 

E’ successo quello che si temeva e che si voleva evitare: una coda chilometrica di Tir al Brennero, un serpentone infinito di mezzi pesanti bloccati al porto di Genova. Una giornata da tregenda per il settore della logistica italiana che si è conclusa peggio di come era iniziata. In serata il Terminal Vte-Psa ha deciso di sospendere le attività operative fino a data da destinarsi. Poteva essere un colpo al cuore del nord Italia: dal terminal Vte passa 1 milione e 200 mila container sui 2,2 milioni che arrivano nel capoluogo ligure per servire tutto il quadrante nord ovest. In altre parole, il “lockdown” industriale di Lombardia e Piemonte avverrà comunque, se non si rimedia alla svelta, perché senza trasporto non ci sono né merci né materie prime né semilavorati. Il Ministero dei Trasporti però rassicura: “A ore usciranno le linee guida per i lavoratori”. In nottata è stato poi trovato l’accordo tra i lavoratori, grazie alle linee guida adottate in ambito portuale. Il fermo è così rientrato.

 

La lettera inviata dalla direzione commerciale del terminal genovese a spedizionieri, autotrasportatori e marittimi annunciava la sospensione di tutte le attività. Dalla mattina, come l’HuffPost ha documentato, tutta l’area del retroporto di Genova è stata invasa da una distesa di mezzi pesanti a perdita d’occhio.I sindacati ieri hanno chiesto di fornire ai lavoratori le autoprotezioni ma i terminalisti fanno fatica a trovarli sul mercato. Ma le richieste dei sindacati sono andate ben oltre, chiedendo un’attività di sanificazione continua, a conclusione di ogni turno di lavoro. Si è quindi formata una coda senza fine a causa delle attività di sanificazione di mezzi e attrezzature, intasando il primo porto italiano.

 

Scena simile si è vista al Brennero, con una coda di 50 chilometri di mezzi pesanti. I controlli applicati in modo unilaterale e senza preavviso dall’Austria ai veicoli in entrata, pur esentando il trasporto merci, lo ha per forza di cose coinvolto causando un enorme ritardo nell’attraversamento della frontiera. Solo in serata si è visto un miglioramento del traffico, dopo che sono intervenuti vari ministri tra i quali Paola De Micheli e Luigi Di Maio in pressione su Vienna. Ma il modo di agire austriaco ha chiaramente superato il limite, anche perché l’impressione è che non sia affatto disinteressato, dal momento che da mesi applica limitazioni sulle emissioni che vanno a colpire il trasporto italiano sotto il paravento di un ambientalismo di facciata. Dal Brennero passano circa 90 miliardi di valore di merci destinate non solo all’Austria ma alla Germania, primo partner commerciale dell’Italia, e a Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca.

 

Altri disagi sono stati registrati a Chiasso, allo scambio ferrioviario tra Italia e Svizzera a causa di carenza di personale (in malattia), e stessa scena anche a Verona, al Terminal Quadrante Europa/Porta Vescovo. Al terminal Vecon del porto di Marghera, invece, chiunque volesse accedere è stato sottoposto a controlli della temperatura. Insomma, si va in ordine sparso.

 

“Purtroppo la supplychain logistica sta collassando”, denuncia Confetra che domani incontrerà De Micheli su questi temi. “Capiamo ed apprezziamo gli sforzi del Governo per cercare risposte a problemi del tutto nuovi ed in un contesto del tutto nuovo. Ma non basta. Il nostro è un settore labour intensive fatto da più di un milione tra autisti, autotrasportatori, corrieri, magazzinieri, lavoratori portuali che spesso condividono i mezzi, che operano in squadre, che hanno rapporti fisici con i destinatari delle merci. È ovvio che la logistica non può fermarsi, altrimenti si svuotano anche supermercati, ospedali e farmacie, e si ferma la produzione industriale. Servono delle linee guida”.

 

De Micheli ha fatto presente l’irritazione italiana per l’operato di Vienna al valico del Brennero. La ministra ha chiamato la sua omologa austriaca “chiedendo di ripristinare la normalità dei transiti sia ferroviari che su gomma, tenuto anche conto del fatto che la maggior parte dei carichi sono solo in transito in Austria, diretti in Germania e nei Paesi del Nord Europa”. La ministra ha scritto inoltre alla Commissaria Ue ai Trasporti, Valean, “chiedendo l’intervento della Commissione Europea”. Conftrasporto-Confcommercio aveva inviato una lettera al Governo chiedendo di “intervenire con forza nei confronti di Vienna per tutelare gli interessi dell’Italia e soprattutto per cercare di rasserenare il clima già estremamente teso”. “Il rischio concreto, abbiamo il dovere di evidenziarlo a maggior ragione in un momento così complicato, è di avere manifestazioni spontanee incontrollabili di protesta degli autotrasportatori, cosa che in questo momento sarebbe insostenibile per tutti noi compresi”, ha messo in guardia il vicepresidente Paolo Uggé. Mentre Confindustria ha chiesto al Governo di attivarsi a Bruxelles per sanzionare l’Austria che ha adottato “misure che non hanno nulla a che fare con l’emergenza sanitaria e che appaiono palesemente dannose e discriminatorie”.




Fonte: HUFFPOST

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