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10 Gen 2020
GENOVA - Mentre la politica italiana continua a discutere sulla possibile revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia, sulle strade continuano ad aumentare i disservizi per gli operatori: l'isolamento dei porti liguri è sempre più un dato di fatto che rischia di costare traffici e credibilità agli scali della nostra regione.
Le ultime notizie negative arrivano dall'autostrada A26, interessata lo scorso 30 dicembre dal crollo di due tonnellate di massi dalla volta della galleria Bertè: su questa tratta, tra i caselli di Masone e Pra' (quindi in corrispondenza del principale terminal del porto di Genova) si viaggia a una sola corsia per senso di marcia con scambio di carreggiata. Ma non sono solo le code e i rallentamenti a generare problemi.
Da questa settimana, infatti, i trasporti eccezionali sono fortemente limitati: ai trasportatori vengono concesse solo finestre di quattro ore, dalle 22 alle 2 a scendere e dalle 2 alle 6 del mattino a salire, e solo il venerdì e sabato. Trasporti vietati negli altri orari e in tutti gli altri giorni della settimana.
Come spesso accade non è chiaro quando la situazione tornerà alla normalità.
Il tutto mentre per la prima volta, dopo anni di segno più, i traffici al porto di Genova potrebbero fare registrare una diminuzione: del resto è difficile, per uno scalo quasi totalmente isolato, riuscire a tenere alti i propri standard.