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18 Nov 2019
NOVI LIGURE - Da oggi tutte le categorie degli autotrasportatori si asterranno da ogni tipo di caricamento della merce all’ex Ilva. Non solo: l’astensione al lavoro per conto di ArcelorMittal potrebbe riguardare anche le altre aziende dell’indotto, dai servizi di pulizia alle forniture di altro materiale e persino il servizio mensa dei lavoratori, anche se per queste categorie non è ancora chiaro quali e quanti ditte si asterranno.
Gli autotrasportatori anni fa protestarono a lungo, anche con blocchi e picchetti per via dei mancati pagamenti della precedente gestione delle acciaierie, circa 4-5 milioni. Debiti che Mittal si è sempre rifiutata di pagare. Ora però, anche Mittal ha debiti con gli autotrasportatori che da 60 giorni non vengono pagati, per un totale di circa 2 milioni di euro. E la preoccupazione di non vedere neppure questi soldi è tanta, alla luce della contrapposizione tra ex Ilva e governo sulla questione Taranto.
«Non saranno ancora attuati i blocchi come nel 2014 – spiega il segretario regionale e della provincia di Alessandria della Federazione Autotrasportatori, Giorgio Guaraglia –. Per ora parliamo solo di astensione dal lavoro, protesta attuata anche dai colleghi di Genova Cornigliano. Sono scaduti i 60 giorni e non abbiamo percepito un centesimo per i trasporti già effettuati. Per ora, quindi, ci limiteremo all’astensione dei carichi dell’acciaio, poi vedremo».
A Novi Ligure aderiscono anche i sindacati autonomi degli autotrasportatori e i «padroncini» non iscritti ad associazioni per un totale di una decina di aziende. La protesta potrebbe assumere un peso disastroso per l’ex Ilva di Novi che non riuscirebbe a smaltire il prodotto finito. ArcelorMittal non sembra interessata a discuterne. «Ma nemmeno a pagare – aggiunge Guaraglia – e questa volta le conseguenze saranno disastrose: non solo per le piccole imprese, come avvenne nel 2014 con qualche padroncino costretto a chiudere l’attività, ma anche alle grandi aziende di autotrasporti del Novese. La Transider, l’Mcm e la Lavagetti, ad esempio, discutono il possibile ricorso alla cassa integrazione per i propri dipendenti. Situazione finora mai verificata».