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15 Lug 2019
SUZZARA - Avevano creato una struttura piramidale tra consorzio e cooperative collegate, con sede legale in provincia di Rimini (presso una società di consulenza) e base operativa nel Suzzarese. Nella Bassa mantovana il consorzio in questione fungeva da agenzia di lavoro interinale, cercando il personale per le aziende committenti, che operano nel settore della logistica per conto terzi, e si trovano in particolare nel Modenese.
Peccato che poi di fornire il personale il consorzio incaricasse le proprie cooperative, attraverso appalti illeciti, facendo ricadere sulle consorziate tutti gli oneri (fiscali, contributivi e assicurativi). A scoprire la struttura è stata la tenenza della Guardia di finanza di Suzzara attraverso una complessa attività in materia di lavoro, che ha portato alla luce una frode fiscale definita «considerevole».
Questi i numeri dell’operazione: 407 le posizioni lavorative irregolari, 6 denunciati (due a Rimini, gli altri a Mantova) per i reati tributari di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 5 milioni, presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli, false comunicazioni sociali. La frode all’Iva è stata quantificata in più di un milione e, su richiesta delle Fiamme gialle, il gip di Rimini ha sequestrato immobili e saldi attivi di conti correnti intestati agli indagati per circa 200mila euro.
«L’attività di servizio è stata avviata per contrastare lo sfruttamento del lavoro da parte di cooperative cosiddette “spurie” - e dei consorzi che le riuniscono - utilizzate da grosse imprese, operanti soprattutto nel settore della logistica per conto terzi – informa la Guardia di finanza – Tali imprese, nella loro ricerca di maggiori margini operativi, tendono a comprimere il costo del lavoro nonché l’onere legato alla sua gestione, mediante il ricorso alla manodopera fornita da soggetti esterni, come le cooperative di lavoro».
Lo scopo delle false cooperative, «nelle quali la fondamentale componente mutualistica era, di fatto, assente, e lo spirito consortile era asservito a meri interessi personali dei vertici del sodalizio, era rappresentato da diversi obiettivi illeciti, spesso ricorrenti tra loro – specifica la nota – quali l’evasione fiscale e contributiva, l’illecita somministrazione di manodopera in mancanza di organizzazione tecnica e di mezzi, l’annotazione in contabilità di costi fittizi ovvero l’indicazione di elementi passivi fittizi in sede di dichiarazione al fine di abbattere l’elevata esposizione debitoria Iva».
Fonte: GAZZETTA DI MANTOVA