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29 Mar 2019
Autisti costretti dalle aziende di autotrasporto non solo a guidare per molte più ore consecutive, in un caso addirittura fino a diciassette, rispetto ai tempi di guida fissati dalla legge ma anche a manomettere i cronotachigrafi con una calamita e a disinserire il limitatore di velocità per poter percorrere più chilometri, fare più consegne, guadagnare di più… A squarciare il velo su una realtà molto più diffusa di quanto si pensi, ma quasi mai denunciata per paura di perdere il lavoro, è un’inchiesta condotta dai magistrati della Procura di Piacenza e durata tre anni al termine dei quali nei giorni scorsi tre autotrasportatori, titolari di quattro aziende, sono stati denunciati con le accuse di estorsione e rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
“Le violazioni sono state imposte ai dipendenti, quasi tutti immigrati dall’Est o dal Marocco facendo leva su una oggettiva condizione economica”, hanno spiegato il gli inquirenti, sottolineando come il sistema, sistematicamente applicato, abbia causato anche concorrenza sleale nei confronti delle altre aziende di autotrasporto perché permetteva di chiedere ai committenti tariffe più basse”.
A far partire le indagini erano state le denunce di alcuni autisti che avevano indicato i percorsi e gli orari fuorilegge che erano stati costretti a compiere e che gli agenti della Polstrada hanno potuto verificare trovando la conferma, attraverso rilevatori Gps inseriti sui veicoli industriali delle aziende, che chilometraggi e tempi di guida, che non corrispondevano a quelli segnati sui cronotachigrafi.
Fonte: STRADAFACENDO