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06 Mar 2019
Otto milioni di euro per l’attivazione degli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori dipendenti e a quelli autonomi che hanno vista interrotta la propria attività in seguito alla chiusura del viadotto Puleto sulla E45. Fondi che il Governo si è impegnato a inserire già nel cosiddetto ‘Decretone’ sul reddito di cittadinanza e quota 100.
È l’esito della riunione che si è svolta nel primo pomeriggio di martedì a Roma, nella sede del ministero del Lavoro, tra gli assessori di Emilia, Umbria, Toscana, i sindaci della zona, Pasquale Staropoli (vice capo di Gabinetto del Ministero), Inps, sindacati e imprese. Un incontro che i sindaci giudicano solo in parte positivo, e non solo per l’assenza del vicepremier Luigi Di Maio.
La riunione
Il problema principale sta nel fatto che «il Ministero nulla ha potuto decidere per le tante imprese in difficoltà. È un rimpallo di responsabilità tra Ministeri – dicono i sindaci – che ci ha amareggiati». Ai 22 sindaci che avevano richiesto l’incontro premeva in particolare portare a casa risorse per le imprese dell’autotrasporto e del turismo, mentre sul tavolo martedì c’è stata solo la promessa degli 8 milioni per i lavoratori in cassa integrazione, per quelli a orario ridotto di lavoro e per le imprese che hanno già sospeso la loro attività. Delle risorse per le aziende si occupa il ministero dello Sviluppo economico e così, ai sindaci, è stato spiegato che dovranno chiedere un nuovo incontro; ed è esattamente quello che faranno mercoledì, dato che come noto le deleghe relative a Lavoro e Sviluppo economico sono tra le mani di Di Maio.
Tir lumaca
Per sabato 23 intanto il comitato di coordinamento di Assotir Perugia ha organizzato un corteo di tir lumaca per «sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ai problemi che il settore dell’autotrasporto merci per conto terzi sta riscontrando» a causa dello stop ai mezzi pesanti. «Le alternative alla E45 – dice Nicola Storti, presidente provinciale di Assotir – sono rappresentate dalla A1 che va in direzione Firenze oppure dalla Contessa che va verso Fano. Per noi trasportatori i problemi più rilevanti riguardano sostanzialmente la tratta corta fino a Ravenna, perché andiamo a percorrere circa 40 km in più rispetto al percorso normale». Tutto ciò «determina forti disagi sia sul fronte logistico, legati ai maggiori chilometri di percorrenza che comportano un aumento delle ore di guida (e uno spreco delle stesse tanto da non avere tempo per poter tornare da Ravenna nella stessa giornata), sia sotto il profilo dei maggiori costi del pedaggio autostradale che non riusciamo a ribaltare sulla committenza».
Fonte: UMBRIA24