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26 Feb 2019

Milano area B, poca chiarezza per le imprese della logistica: così rischiamo di chiudere

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«Latitanza» di comunicazioni ma il comune ribatte: comunicazione massiccia e tavoli con le aziende.

 

Area B? Sì, sì, ho presente. L’ho letto stamattina». Un autista sta sostando nel parcheggio di Ont, una piattaforma logistica da 100mila metri quadri nella periferia nord di Milano. Viene dall’hinterland e fa avanti e indietro tutti i giorni, per lavoro, verso il perimetro coperto oggi dalla «più grande Ztl di Europa». In teoria dovrebbe conoscere bene, o almeno conoscere le regole del nuovo divieto di accesso ai veicoli più inquinanti. Ma quando gli si chiede come funzioni, risponde candidamente: «Non lo so». Il suo caso è un esempio, fra i tanti, della confusione normativa che incombe sul settore più toccato dalla stretta: la logistica, l’industria che smuove (anche) su gomma la merce in ingresso e in uscita da Milano. Il cuore di una regione che, a sua volta, assorbe oltre un quinto delle imprese del settore, il 29% degli addetti e ha generato nel 2016, sull’onda di Expo, un fatturato di 20 miliardi di euro.

 

Area B è diventata nota per il blocco progressivo alle automobili a diesel, al debutto il 25 febbraio con lo stop di alcune vetture a benzina (Euro 0) e diesel (Euro 1,2,3). Ma le imprese sono preoccupate soprattutto per il divieto di ingresso di veicoli ingombranti, sopra ai 12 metri, da lunedì al venerdì e per l’intera giornata lavorativa.

 

Le aziende a rischio chiusura e la «latitanza» di comunicazioni


Lo stop ha seminato il nervosismo fra gli operatori logistici che si sono stabiliti in zone periferiche, appena all’interno dell’attuale Area B. Una scelta strategica che si è trasformata, da oggi, in uno svantaggio competitivo: lontani dal centro, sì, ma non quanto basta per essere «graziati» dal varco della Ztl. Il risultato? «Ci sono tir che arrivano, vedono i cartelli e se ne vanno. Magari da un concorrente a poche centinaia di metri», dice Paolo Mariani, responsabile operativo di Ont. L’impresa ha partecipato a un tavolo con il Comune insieme ad altre aziende del settore, e precisa di «non voler creare alcuno scontro» con Palazzo Marino. «Noi siamo favorevoli al principio di limitare le emissioni, ci stiamo anche dotando di una flotta elettrica- dice Mariani, indicando un furgone elettrico parcheggiato in azienda - Siamo contrari alla modalità: informazione inesistente e poca disponibilità da parte del comune. La conseguenza del tutto è che rischiamo di chiudere».

Il timore dell’azienda è che i conducenti in arrivo dal resto d’Italia, e d’Europa, siano scoraggiati dai cartelli che hanno iniziato a comparire sulla via del centro città. L’ansia è giustificata, almeno per quanto riguarda la conoscenza media della normativa: «Non avevo idea di cosa fosse l’Area B fino a quando ho visto il cartello», spiega un conducente che si aggira per via Triboniano, in uno dei varchi che segnano l’ingresso nel nuovo perimetro a traffico limitato. Il suo disagio è stemperato dalla conoscenza della zona, e soprattutto dell’italiano. Due appigli che vengono meno quando il tir ha macinato migliaia di chilometri da un altro Paese e cerca il primo sbocco utile in città. Palazzo Marino ha predisposto una serie di deroghe, inclusa una che permette alle aziende di registrarsi su una pagina ad hoc e chiedere l’autorizzazione per i mezzi che devono accedere alla Ztl. L’unico inconveniente è che le piattaforme di logistica, a partire da Ont, lavorano abitualmente con camion e tir di proprietà di terzi. Condizione che rende un po’ più ostico «schedare» il flusso quotidiano di mezzi: «Da noi arrivano mezzi da tutta Italia, Europa e a volte anche oltre - sbotta Mariani - Non possiamo conoscere le targhe di tutti, né a volte prevedere chi arriverà».

 

La replica del Comune: comunicazione massiccia e tavoli con le aziende


Da Palazzo Marino fanno notare che il Comune ha svolto un’attività di «comunicazione massiccia» sull’Area B, partecipando anche a tavoli frontali con le imprese interessate dalla nuova Ztl. Il riepilo delle misure è accessibile online, con una pagina dedicata e una mappatura digitale dei 187 varchi distribuiti per la città. Sul sito si trova anche l’elenco completo delle deroghe, un pacchetto di agevolazioni che attenua le preoccupazioni di varie categorie: dai residenti ai proprietari di auto d’epoca, passando - appunto - per i veicoli superiori ai 12 metri «di proprietà o in uso ad aziende con sede operativa all'interno di Milano». Il primo impatto dell’utenza sembra positivo, con 30mila accessi registrati solo il 21 febbraio. Il suo utilizzo, nel concreto, un po’ meno: sempre il 21 febbraio il portale ha contato un totale di 250 veicoli registrati. Un dodicesimo delle 3mila vetture immatricolate a Milano solo a dicembre 2018, senza entrare neppure nel merito della logistica. Assologistica, l’associazione di categoria, chiede che siano concesse delle regole più elastiche per la filiera dei trasportatori per conto terzi. «Non chiediamo tanto - dice al Sole 24 Ore il presidente Jean-Francois Daher - Solo di considerare fuori dall’area B i siti che si trovano in posizione di confine, per non penalizzarli. Si tratta solo di usare cautela».

 

 

Fonte: IL SOLE 24 ORE

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