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26 Feb 2019

Senza Tav nessuno investirà più, Tria lancia l'allarme

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Necessario portare avanti l’economia italiana.

 

“Non mi interessa l’analisi costi-benefici. Il problema non è la Tav, il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive. Questo è il problema, non la Tav”. Ad affermarlo è il ministro dell’Economia Giovanni Tria durante la trasmissione Quarta Repubblica. Secondo il titolare di via XX Settembre “bisogna portare avanti l’economia italiana” che a giudicare dai dati sul pil e sulla produzione industriale si avvia verso una fase di stagnazione.

 

E a dimostrazione di come economia e grandi opere siano strettamente collegate, giovedì e venerdì prossimi al Palazzo del Trianon di Versailles, Confindustria e Medef – l’associazione delle imprese francesi –  terranno un forum economico con al centro proprio le reti infrastrutturali e sarà il ministro Tria, assieme al collega Bruno Le Maire, a concludere il primo marzo la due giorni di lavori.

 

Di Tav si è parlato ancora ieri a Torino nel corso di un convegno all’Unione Industriale. Il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Edoardo Rixi ha ribadito la posizione di Matteo Salvini: “In quindici giorni decideremo di far partire i bandi e con i Cinquestelle si troverà una soluzione”, indicando nella cosiddetta Mini-Tav il possibile compromesso con l’alleato di governo. “La Tav va fatta – ha insistito – e la Mini-Tav può essere la chiave di volta per partire”.

Dichiarazioni che hanno immediatamente suscitato la reazione negativa prima di Davide Gariglio, deputato Pd in Commissione Trasporti alla Camera, e poi del governatore Sergio Chiamparino. Per Gariglio il progetto low cost “ha due controindicazioni insormontabili. Per garantire la frequenza puntuale dei treni ad alta velocità occorrerebbe infatti raddoppiare il tratto attuale con altri due binari: questo comporterebbe però l’abbattimento di circa 150 case e l’allontanamento di oltre 1.500 cittadini dalle loro abitazioni”. Con la Mini-Tav, inoltre “verrebbe escluso l’interporto merci di Orbassano, vanificando quindi ogni ricaduta occupazionale ed economica sul territorio”. Anche il presidente della Regione nel sollecitare l’esecutivo a decidere in fretta ha ribadito che il progetto è già ridotto: “A Rixi ricordo che la Mini-Tav c’è già perché il progetto attuale ha tagliato pesantemente i costi iniziali, prevedendo dopo il tunnel di base, l’utilizzo della linea storica fino ad Avigliana e passando dagli oltre 4 miliardi iniziali agli 1,7 attuali sulla tratta nazionale. Se poi la Mini-Tav significa tagliare fuori dalla linea il trasporto merci allo scalo di Orbassano e la stazione di Torino diventa inaccettabile”.

 

 

Fonte: LO SPIFFERO

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