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18 Feb 2019

Tav, la Regione vende la prima fermata logistica della Torino-Lione

ORBASSANO_FERMATA_LOGISTICA_TAV

 

Sul mercato il 32 per cento del capitale dell’hub di Orbassano.

 

È in vendita la prima fermata (logistica) della Tav Torino-Lione. La Regione Piemonte sta per mettere sul mercato il 32% del capitale dell’hub di Orbassano, nel quale — in caso di conferma della nuova linea ferroviaria — dovrebbero partire i treni carichi di merci verso la Francia e ricevere quelle in arrivo. In pratica i binari alle porte di Torino rappresentano il vero asset della Tav sul territorio: quel luogo dove trasformare le merci in prodotti ad alto valore aggiunto. Il bando per la cessione delle quote pubbliche sarà pubblicato a metà marzo e si partirà da una base d’asta di circa 14 milioni di euro. La Regione, che oggi detiene il 52% dello scalo, rimarrà azionista, ma in minoranza al 20%.

 

Processo di privatizzazione


Quindi via libera al processo di privatizzazione dello scalo logistico di Sito Orbassano, anche se il momento per trovare investitori non è tra i più favorevoli, vista l’incertezza politica attorno alla nuova linea ferroviaria. La dismissione è stata confermata da una delibera regionale di dicembre scorso nella quale Palazzo Lascaris ha dato l’ok all’alienazione delle sue partecipazioni nelle società logistiche del territorio: Novara (Cim), il terminal di Rivalta Scrivia, e Orbassano (Sito). Fallita l’ipotesi di riunire la parte pubblica in una holding della logistica, adesso la Regione procede con la vendita parcellizzata in tre lotti. Il 20 febbraio sarà pubblicato il bando per la cessione di Cim. Da cui dipende, indirettamente, il futuro dello scalo torinese. Ad oggi non c’è la «coda» di investitori pronti ad acquisire Sito Orbassano.

 

Operatori in fuga


Lo stop ai cantieri del tunnel di base della Tav ha messo in fuga gli operatori. Tra gli interessati rimane Socotras, già azionista con il 43% di Sito, società che comprende Mole Logistica e imprenditori dell’edilizia, e guidata da Enzo Pompilio d’Alicandro. Sito potrebbe ricavare 4-5 milioni dall’operazione di vendita di Cim Novara, in quanto è azionista al 13%. Risorse necessarie per provare la «scalata» alla privatizzazione di sito. Un’operazione complessa. Che avrà bisogno del sostegno bancario. «Noi ci stiamo provando perché crediamo nel trasporto merci ferroviario — dice l’ad Enzo Pompilio —. Ma la paralisi sulla Tav non ci aiuta quando andiamo a chiedere un fido in banca».

 

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA - TORINO

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