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14 Feb 2019
La tecnologica Blockchain ha conferito un attivismo ed un fermento senza precedenti al settore della navigazione commerciale, un settore molto antico che ha accompagnato la nostra evoluzione fin dagli albori. Di seguito, un’analisi della complessa gestione di un porto – dalla logistica ai flussi documentali – e dei case histories che ci aiutano a comprendere in che modo la navigazione mercantile sta utilizzando la Blockchain.
La complessa gestione di un porto
Il 90% delle merci oggetto di commercio internazionale sono oggi trasportate attraverso navi e transitano, quindi, nei porti; tant’è che la navigazione commerciale costituisce un settore chiave per l’intera economia globale.
Ma tale settore industriale è molto complesso e spesso intrappolato da pratiche e processi gestionali vecchi, con un grado tecnologico obsoleto, inadeguato e soprattutto non armonizzato nelle diverse nazioni marittime.
Un porto tradizionale si presenta come una piccola città, un sistema articolato, strutturato in tanti piccoli sottoinsiemi autonomi. Si pensi a come treni, camion, navi veicoli ed operatori circolino all’interno del porto e di una catena produttiva.
Ma non solo la logistica portuale, anche quella più direttamente connessa al trasporto navale è molto complessa, risultando composta da un gran numero di soggetti, spesso in conflitto tra loro, per la tipologia di interessi e ambiti di conoscenze differenti.
Tutti i soggetti coinvolti in una spedizione
In una semplice operazione di importazione, lunga la rotta delle merci, possono risultare coinvolti: il venditore, l’esportatore, l’acquirente, l’importatore, il vettore della nave, lo spedizioniere, il fornitore di servizi logistici (3PL), la società di handling, le autorità portuali e le dogane, assicuratori, riassicuratori, banche, finanziatori dell’operazione, ecc.
Tali soggetti necessitano di conoscere con certezza e tempestività un elevatissimo numero di informazioni (orari d’arrivo e transito, peso e tipologia di merci, eventi correlati alla movimentazione, ecc.), particolari prescrizioni di sicurezza o normative, le condizioni meteo, oltre che le informazioni rilevanti connesse all’ampio flusso contrattuale a corredo di una spedizione.
Il flusso documentale relativo alle informazioni legali, in modo particolare, è spesso costituito da una pluralità di contratti: si pensi agli ordini di acquisto, ai contratti di compravendita, alle fatture commerciali, alle bollette di spedizione, ai certificati d’origine, alle polizze di carico, alle lettere di credito, ai documenti di trasporto, alle dichiarazioni di assicurazione, agli avvisi di pagamento; solo per citare alcune tipologie documentali della vastissima gamma degli standard contrattuali che ha elaborato il settore nel corso dei secoli.
Inoltre, a peggiorare il grado di difficoltà insito nella gestione documentale di questo settore, vi è da considerare che quasi sempre il processo documentale richiede in sé che più documenti vengano condivisi con più parti, mano mano che si svolge il trasporto e che gli eventi previsti accadono.Una semplice spedizione di merci refrigerate dall’Africa orientale verso l’Europa può passare attraverso quasi 30 persone e organizzazioni, con oltre 200 diverse interazioni e comunicazioni tra molte diverse tipologie di parti: autorità portuali, dogane, armatori, trasporto intermodale, spedizionieri, committenza, società di sdoganamento, istituti bancari, assicurativi, gestori del credito; il tutto con notevoli complicazioni nel correlato flusso documentale.
Processi manuali e tecnologie inefficienti
In questo contesto, frastagliato e disomogeneo, dominato dai processi manuali e tecnologie spesso inefficienti, molti sono e gli ostacoli allo sblocco del valore intrappolato nella logistica collegata al settore della navigazione commerciale, in gran parte derivante dalla natura frammentata e competitiva dell’industria, dalla complessità delle catene di fornitura, dalla poca trasparenza e dai processi non standardizzati di condivisione delle informazioni, dalla scarsa visibilità di ciò che avviene lungo tutta la filiera, dalla sussistenza di silos di dati non collegati e spesso con differente grado di livello tecnologico e scarsamente integrabili.
Peraltro, come anticipato, molte parti della catena del valore logistico sono legate a processi manuali, spesso imposti dalle autorità di regolamentazione. Ad esempio, le aziende devono spesso affidarsi all’inserimento manuale dei dati e alla documentazione cartacea per aderire ai processi doganali.
Ed essendo la navigazione commerciale una industria a carattere globale, diversi possono risultare i gradi di integrazione documentale sulle informazioni legali.
La documentazione cartacea è spesso resa obbligatoria dal fatto che, muovendosi le navi su tutto il globo navigabile e toccando i porti di una molteplicità di paesi, spesso deve essere prodotta ed esibita anche se c’è solo una nazione che la richieda; mentre dal fatto che molti ordinamenti non sono armonizzati tecnologicamente e giuridicamente tra loro dipende le necessità di tutela assolte da c.d. lettere di credito, strutturate e processate nella stessa maniera da 400 anni a questa parte.
Tutto ciò rende difficile rintracciare la provenienza dei beni, lo stato delle spedizioni, e la completezza della documentazione a corredo; peraltro si amplificano sia i processi manuali sia gli spazi per l’errore umano mentre le merci si muovono lungo la catena di approvvigionamento, causando attriti che si ripercuotono sull’intero commercio globale.
Le attuali stime del settore indicano, ad esempio, che il 10% di tutte le fatture merci contiene dati inesatti che portano a controversie e a molte altre inefficienze di processo.
Stimandosi 140 miliardi di dollari annui di costi complessivi per dispute sui pagamenti nel commercio internazionale (più o meno il valore del PIL dell’Ungheria, per intenderci), numerosi studi ed esperienze concrete individuano che l’impiego delle tecnologie distribuite porterebbe a risparmi pari 20%/30% dell’intero valore del fatturato totale del mercato, inducendo, secondo la stima del World Economic Forum, aumenti al prodotto interno lordo globale compresi tra il 5% e il 15%. E ciò, peraltro, riducendo i tempi di transito delle merci verso il cliente finale e contrastando l’impatto ambientale, l’erosione del fatturato globale e, in ultima analisi, l’aumento dei prezzi delle merci al consumatore.
In tale quadro non è difficile immaginare quali e quanti siano gli spazi di manovra della tecnologica Blockchain, che pare aver conferito al settore, da meno di due anni, un attivismo ed un fermento senza precedenti. Leggi tutta la notizia
Fonte: AGENDA DIGITALE