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13 Feb 2019
"Il governo discuterà e poi deciderà per il meglio. Si cercherà di risparmiare più soldi per utilizzarli per altre opere e di fare comunque la Tav". Lo afferma al quotidiano telematico Affaritaliani.it il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi (Lega) nel giorno in cui il ministero (MIT) ha pubblicato l'analisi sulla Torino-Lione secondo la quale i costi sono nettamente superiori ai benefici.
"La Tav - spiega l'esponente leghista - è un'opera importante per il Paese e non si decide se farla o meno in base ad un'analisi. Non condivido alcuni presupposti dell'analisi, tipo l'accisa sull'autostrasporto come elemento favorevole ai camion e contro la ferrovia. Ma, anche se fossero veri questi numeri, è chiaro che se cambiassero i fondamentali, ad esempio con l'aumento dell'investimento europeo e la diminuzione di quello italiano, si potrebbe mantenere l'opera, realizzandola, facendo sì che quell'analisi diventi positiva. Semmai è un tema di contrattazione politica".
L'analisi di Toninelli ha bocciato anche la Minitav... "Il tema è legato alla possibilità che ci siano maggiori finanziamenti di carattere europeo e, quindi, spendere meno come Erario italiano. Se il problema sono i costi, si risolve. L'importante è che il problema non sia ideologico", afferma Rixi.
Ma i 5 Stelle continuano a dire che la Tav non va fatta. Quindi? "Loro (i 5 Stelle, dicono che ci sono dei costi che non sono soddisfacenti. Io contesto il metodo di analisi, ma ritengo anche che se il loro problema sono i costi questo si può superare. Se il problema invece è ideologico... Dietro l'ideologia si ferma chiunque. Come è ideologico in quella zona del Piemonte, è ideologico anche da altre parti d'Italia. Se pensiamo di non fare più trasporto merce su ferro, a quel punto c'è un problema di manutenzione delle infrastrutture stradali e di ingolfamento di tutto il traffico autostradale. E non si fa neanche un beneficio nei confronti delle infrastrutture stradali e dell'autotrasporto, che comunque crescerà anche con la Tav. Il tema è solo consentire alle attuali infrastrutture di non implodere e di non avere eccessivi ingolfamenti. Ricordo poi che stiamo parlando di un'opera che entrerà a regime nel 2030-2032", spiega il viceministro alle Infrastrutture.
Rixi afferma di aver letto il dossier di Toninelli sulla Tav e alla domanda se la ritenga di parte risponde: "Prende in analisi alcuni criteri al posto di altri. Ad esempio il fatto che più trasportiamo su gomma e più si paga la benzina, ma uno dei punti del governo è proprio abbassare l'accisa sul carburante e le emissioni. Tutto ciò è in contrasto con alcune linee politiche del governo. Non contesto punto per punto l'analisi, ma dico che sui temi generali ci sono alcune luci e alcune ombre. Se il problema sono i costi, ribadisco, si possono trovare le soluzioni. Se diciamo che non dobbiamo usare il treno, è un problema che non supereremo mai. Anche perché nel 2020 - sottolinea l'esponente della Lega - il tunnel del Frejus attuale dovrà essere chiuso oppure l'Italia sarà costretta a investire più di un miliardo di euro per metterlo a norma per quel trasporto merci. Quindi, non avremo più una linea ferroviaria con la Francia per trasportare merci. Ciò vuol dire che se oggi facciamo il 7% di trasporto su ferro, che è già pochissimo, arriveremo nel 2020-2021 tendenzialmente a zero. E a quel punto non potremo neanche avere delle deroghe perché, banalmente, non ci sarebbe neanche un'opera (la Tav, ndr) che comunque andrebbe a regime 6, 7 o 8 anni dopo. La Tav arriverà tardi e qualcosa prima bisognerà fare, ma, in ogni caso, si potrebbe contrattare il mantenimento di alcune infrastrutture anche in deroga a norme vigenti".
In definitiva, secondo Rixi "la Tav va fatta e a livello governativo spero che si trovi una sintesi, come si sono sempre trovata fino adesso. Mi auguro che si trovino nell'interesse del Paese".
Fonte: AFFARITALIANI