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01 Feb 2019
“Dobbiamo passare dalle parole ai fatti: l’autotrasporto ha bisogno di misure immediate per il rinnovo del parco circolante. Sicurezza e sostenibilità del sistema di trasporto sono in grave pericolo”: questo l'appello appena lanciato dai costruttori di veicoli industriali al Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti.
Motivo? Negli ultimi dieci anni lo Stato ha perso 105 milioni di euro di mancato gettito fiscale, i costruttori circa un miliardo e mezzo di fatturato e l’occupazione del settore ha visto perdere 135.000 posti di lavoro, senza contare l’indotto. Un numero impressionante di piccole imprese ha chiuso i battenti e una quantità non indifferente di medio grandi è emigrata, tra le cause principali la pressione fiscale, i costi di gestione (in primo luogo carburanti e lavoro) e la complessità della burocrazia.
"I dati che emergono dal settore del trasporto - spiegano all' UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) sono estremamente allarmanti: il parco circolante italiano è il più vecchio d’Europa (età media di 13,5 anni), il 63,1% dei veicoli >3,5t è ante Euro IV (pari a 418.668 veicoli). Solo il 12,4% del parco circolante è rappresentato da veicoli Euro VI (pari a 82.274 veicoli): con questo trend ci vorranno 17 anni per sostituirli tutti. Ma la cosa più grave è che soltanto l’11,9% dei veicoli è dotato dei dispositivi di sicurezza, obbligatori dal 1° novembre 2015 (frenata autonoma emergenza e mantenimento corsia)".
Precise le critiche e le richieste del settore al palazzo: in primi luogo non è stata accolta la proposta, presentata in sede di approvazione della legge di bilancio 2019, intesa a creare il fondo di 50 milioni destinati ad incentivare la rottamazione dei veicoli più datati, agevolando in questo modo il rinnovo effettivo del parco circolante e garantendo l’uscita di scena dei mezzi maggiormente inquinanti e meno sicuri. Per quanto quanto si trattasse di un importo modesto, era pur sempre un segnale di attenzione nei confronti del settore.
Poi il Superammortamento non è stato rinnovato, mentre i veicoli industriali non vengono presi in considerazione nell’iperammortamento, nonostante l’alto livello di innovazione tecnologica a bordo, sia in termini di automazione che di connettività.
E non è tutto: nella Legge di Bilancio 2019 il fondo complessivo destinato all'autotrasporto è stato dotato di poco meno di 350 milioni di euro ma non è ancora dato sapere quanta parte di questi fondi sarà destinata agli investimenti nel settore, né con quanta tempestività saranno resi disponibili.
"Auspichiamo - continuano all'Unrae - di non dover attendere troppo a lungo per poter disporre dei testi ministeriali per l’assegnazione dei fondi e che, per quanto riguarda gli investimenti, nella destinazione delle risorse alle diverse tipologie di veicoli si tenga presente l’andamento degli anni precedenti, dal momento che le domande di sostegno hanno superato l’importo disponibile. Questo dimostra che la domanda di veicoli nuovi e più performanti in termini di sicurezza e sostenibilità esiste, e va sostenuta. Chiediamo pertanto che - in sede di destinazione delle risorse disponibili - la quota parte di fondo per l’autotrasporto destinata all’acquisto di nuovi veicoli venga almeno mantenuta al livello dello scorso anno".
Questo, però, accade solo in Italia: in altri Paesi si realizzano sistemi di premialità per incentivare il rinnovo del parco veicoli nell’ottica di sostenibilità ambientale e sicurezza. In Germania e Francia, per esempio, si realizzano sistemi di premialità per incentivare il rinnovo del parco veicoli nell’ottica di sostenibilità ambientale e sicurezza e si offrono due anni di transito gratuito sulle autostrade (MAUT) ai veicoli ad alimentazione alternativa e ad alta innovazione tecnologica. Al tempo stesso sia in Spagna che in Germania si studia un piano di rottamazione dei veicoli ante Euro VI con sostanziali fondi dedicati. Leggi tutta la notizia
Fonte: LA REPUBBLICA