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31 Gen 2019
GENOVA - I finanzieri avevano intercettato la nave a Genova. E di nascosto avevano sostituito due tonnellate di cocaina purissima con del sale, per ingannare i trafficanti e attendere che il cargo ripartisse e arrivasse a destinazione.
L’altro giorno il blitz che ha posto fine all’operazione “neve genovese”. Appena il container pieno zeppo di droga è stato sbarcato, in un porto dell Spagna, sono scattate le manette. In carcere è finito uno spagnolo di 59 anni, membro di una gang che fa affari con il clan del Golfo, potentissima ed emergenteorganizzazione colombiana di narcotrafficanti, rivale degli storici cartelli di Medellin e Calì. L’uomo è stato arrestato a Barcellona dalla Policia Nacional su richiesta dell’autorità giudiziaria italiana.
Il sequestro, effettuato dai finanzieri del secondo gruppo e del nucleo di polizia tributaria coordinati dai colonnelli Mario Piccinni e Maurizio Cintura, è il più ingente mai avvenuto in Italia negli ultimi 25 anni. Il valore del carico di coca è di oltre 500 milioni di euro.
Il carico di droga, suddiviso in 1.801 panetti, era nascosto in un container all’interno dellanave mercantile Banak Majuro, battente bandiera delle Isole Marshall. Il cargo era partito dal porto di Turbo, in Colombia, e aveva fatto scalo a Livorno (dove alcuni mesi fa erano stati intercettati e sequestrati altri 700 chili di coca) e poi a Genova, dove sono entrati in azione i finanzieri genovesi, diretti dal comandante provinciale Renzo Nisi.
Sono in corso indagini per chiarire quali gruppi criminali abbiano organizzato il trasporto di coca dalla Colombia, comprandola dai narcos colombiani. Traffici di queste dimensioni sono indicativi della presenza della c riminalità organizzata. Le rotte dal Sudamerica sono storicamente gestite dai clan della ’Ndrangheta.
Genova, crocevia del narcotraffico
«Il porto di Genova, assieme a quello di Livorno, è diventato il nuovo crocevia dei traffici illeciti internazionali». Lo ha detto il di Genova procuratore Francesco Cozzi. «Il porto di Genova - ha concluso - ha preso il posto di quello di Gioia Tauro».
Fonte: GENOVA - IL SECOLO XIX