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18 Gen 2019
Bancarotta fallimentare fraudolenta, appropriazione indebita, occultamento e distruzione di documentazione contabile fiscale e auto riciclaggio. Sono queste le accuse mosse della Guardia di Finanza di Firenze nei confronti di due imprenditori, C.G. di anni 49 e C.E. di anni 71, residenti rispettivamente nel fiorentino e nel pratese, da oggi indagati insieme ad altre persone. Dalle prime luci dell'alba, infatti, le fiamme gialle stanno dando esecuzione, nelle province di Firenze, Prato e Livorno e in Campania, a un’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze - Dott.ssa Antonella Zatini, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze: operazione scattata in seguito a complesse indagini nei confronti di 4 cooperative toscane, 3 delle quali fallite, operanti nel settore del trasporto merci su strada e dei servizi logistici relativi alla distribuzione, che ha portato anche al sequestro di orologi di pregio, conti correnti, veicoli, immobili e terreni dislocati tra la Toscana, la Campania, la Puglia e la Sicilia.“
IL MECCANISMO
Le cooperative - come spiega una nota della Guardia di Finanza - venivano utilizzate come “casseforti”, da cui prelevare continuamente denaro sotto forma di ingenti compensi del tutto ingiustificati o attraverso l’accensione di carte prepagate fittiziamente intestate a soggetti nullatenenti compiacenti, per un totale di più di 3 milioni di euro. Il meccanismo di frode consentiva il mantenimento di un elevato tenore di vita agli indagati, come dimostra il contemporaneo noleggio a nome delle società gestite, già in sofferenza, di due vetture Porsche, in uso esclusivo al principale soggetto indagato. Parte dei proventi degli illeciti commessi sono stati poi dirottati anche all’estero, con la creazione ad hoc di società in Romania e nella Repubblica Domenicana. La lunga indagine delle Fiamme Gialle ha scoperto come le cooperative facevano parte di un complesso e articolato sistema di frode che coinvolgeva anche alcune società di capitali operanti soprattutto in provincia di Firenze: tutte di fatto gestite dal dominus del sistema e da un suo uomo di fiducia, oggi arrestati, create al solo fine di non versare le imposte (solo l’IVA dovuta allo Stato e non versata ammonta a più di 3,5 milioni di euro), attraverso l’utilizzo di vari espedienti contabili come indebite compensazioni di imposte per più di 4 milioni di euro, omesse e infedeli dichiarazioni dei redditi ed IVA, occultamento o distruzione di documentazione contabile.“
L'INDAGINE
Per acquisire il quadro probatorio la Gdf ha eseguito 3 verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche, 4 controlli tributari e altre attività varie di polizia giudiziaria, riuscendo a costruire la seconda parte di un primo filone di indagine concluso nel 2018, che aveva già portato alla contestazione di violazioni penali tributarie e all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente emesso dall’A.G. competente per più di 8 milioni di euro, equivalenti al solo risparmio d’imposta ottenuto dagli imprenditori.
Fonte: FIRENZETODAY