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11 Gen 2019
Il trasporto merci? Un tema intrinsecamente, profondamente interdisciplinare. Per regolarlo e ottimizzarlo, o anche soltanto per tentarne un coordinamento, servono competenze in ambito economico, finanziario, tecnico, sociologico, persino medico. Un solo cervello – cioè: un centro decisionale monolitico – ha scarse possibilità di incidere con successo.
Una conferma della bontà di questo assunto ci arriva dalla lontana Svezia. Il governo di Stoccolma, nell’ambito della strategia nazionale di settore, ha promosso nel 2018 la costituzione di un “Consiglio nazionale per il trasporto delle merci” (in inglese “National freight transport council”, in lingua originale “Nationellt godstransportråd”) incaricandolo di contribuire agli sforzi complessivamente messi in atto per una mobilità più efficiente e sostenibile, nonché di dare continuità, sviluppo e condivisione alle esperienze positive già avviate nel territorio.
Nel Consiglio siedono – a proposito di interdisciplinarità – rappresentanti di organismi eterogenei: oltre al Ministro delle Infrastrutture Tomas Eneroth, personalità del mondo accademico, dirigenti di aziende della logistica, del trasporto stradale, ferroviario, marittimo e aereo e del consorzio Fossilfritt Sverige (ente che opera per un Paese senza inquinamento da fossili).
“Se la Svezia deve rimanere competitiva e affrontare la sfida climatica, il settore dei trasporti deve svilupparsi e tutte le parti interessate devono collaborare per trovare soluzioni. Il Consiglio nazionale sarà uno strumento importante per raggiungere questo obiettivo”, ha affermato lo stesso Eneroth.
La Svezia, conviene ricordarlo, è, nel campo dei trasporti, tutt’altro che marginale o arretrata. Per i veicoli pesanti su strada le due case nazionali Volvo e Scania – che non necessitano di presentazioni – mostrano una notevole propensione all’innovazione, segnatamente nei motori alimentati a gas e biogas. E proprio nella patria di Ingmar Bergman ha sede la Einride, che sperimenta camion elettrici a guida autonoma, addirittura con un design privo di cabina di pilotaggio.
D’altronde, esperienze di ‘governance’ grosso modo affini sono state praticate pure dall’Italia: tanto la vecchia Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica quanto il Tavolo di partenariato per la logistica e i trasporti istituito un anno fa avevano, quale peculiare tratto distintivo, la trasversalità delle competenze (e degli interessi) rappresentati.
Fonte: STRADE & AUTOSTRADE