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11 Dic 2018
Il camionista è una figura che sta scomparendo dall’Italia e dall’Europa? Secondo i dati di alcune ricerche sembra proprio di sì ed il fenomeno è davvero preoccupante poiché cresce di anno in anno. Nonostante la forte disoccupazione che dilaga in Italia, l’autotrasportatore è una figura che latita in molti settori.
Doriano Bendotti, segretario provinciale della Federazione Autotrasporti di Bergamo, ha dichiarato che le aziende di autotrasporto sono in cerca disperata di camionisti e che chiunque si presentasse a fare il colloquio probabilmente verrebbe assunto. Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Magoni, direttore generale di Nicoli SpA, che lamenta il fatto di avere molti mezzi fermi proprio per la mancanza di autotrasportatori. Pasquale Russo, segretario nazionale di Conftrasporto, sostiene che la latitanza di camionisti sta creando danni seri a tutto il settore che potrebbero ripercuotersi anche su altre aree di marketing.
MANCANZA DI CAMIONISTI, UN PROBLEMA EUROPEO
Guardando al di là dei nostri confini la situazione non è migliore negli altri Paesi europei. Dai dati emersi da alcune ricerche risulta che la situazione è particolarmente preoccupante in Germania, dove l’economia è comunque in salute. Mancano circa 45.000 camionisti ed ogni anno per 30.000 anziani che vanno in pensione subentrano solo 16.000 giovani. Per colmare il gap vengono spesso assunti camionisti dall’Est Europa col solo requisito di masticare un po’ di tedesco.
Anche in Francia la situazione è piuttosto grave e secondo Florence Berthelot, delegata nazionale dell’associazione degli autotrasportatori francesi FNTR, molti dei camionisti disponibili non hanno le competenze adatte per far questo lavoro. La situazione è quasi drammatica in Gran Bretagna, dove molte aziende sono costrette a ridurre gli ordini per la carenza di autisti.
PERCHÉ NESSUNO VUOLE FARE PIÙ IL CAMIONISTA?
Dopo aver snocciolato i dati, a questo punto è lecita una domanda: perché il lavoro del camionista è così malvisto? Innanzitutto gli autotrasportatori fanno un lavoro estremamente duro e pericoloso, vivono per diversi giorni lontano dalle famiglie, dormono e mangiano spesso nel camion e sono sottoposti ad uno stress psicofisico non indifferente.
È emblematico il caso raccontato da “Spiegel” di Huseyin Bozkut, un turco che ha aperto a Berlino un’attività di catering con una flotta di 10 camion. Al momento però ha solo 8 autisti e molti giovani rifiutano il lavoro poiché non hanno intenzione di svegliarsi alle 6 di mattina (se non prima). Per questo motivo Bozkut è costretto a rinunciare a molti lavori con un grave danno per il suo fatturato.
Sarebbe riduttivo però motivare questa mancanza di autisti con una semplice questione di pigrizia. Lo stipendio medio degli autisti spesso non è adeguato al lavoro fatto, anche se il problema sta a monte poiché le stesse aziende devono accettare lavori a prezzi stracciati a causa di una concorrenza non sempre leale. Bisognerebbe quindi ridurre la concorrenza sleale con controlli più serrati e agevolare così le aziende virtuose che danno lavoro assicurando maggiori incentivi fiscali.
Fonte: GIGANTI DELLA STRADA