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03 Dic 2018

Nei panni dei camionisti: un lavoro duro e sacrificante che si sceglie per passione

PROFESSIONE_CAMIONISTA

 

Reportage nel mondo dell'autotrasporto per conoscere le problematiche di chi viaggia ogni giorno sui mezzi pesanti.

 

Tolgono visibilità, vanno piano, sono difficili da superare, stanno incolonnati in autostrada, intasano le aree di servizio.

Alzi la mano chi non ha mai formulato questi pensieri trovandosi dietro un mezzo pesante.

Ma voi, vi siete mai messi nei panni dei camionisti?

 

Se il traffico cittadino vi stressa, elevatelo alla potenza considerando le ore di guida degli autisti. O provate a immaginare quanto sia complicato fermarsi a chiedere informazioni stradali a bordo di un mastodonte.

Faticate a parcheggiare il vostro suv? Un camion è molto più grande.

 

Gli autisti dormono in cabina, stanno giorni lontano dalla famiglia. E magari devono fermarsi a pochi chilometri da casa perché hanno finito il monte ore giornaliero.
Nel Cuneese sono tante le aziende di famiglia, con la passione dei mezzi pesanti che si trasmette di generazione in generazione. Devono però fare i conti con collegamenti stradali obsoleti, infrastrutture assenti, valichi internazionali spesso impercorribili, burocrazia infinita.

Io ci ho provato. Mi sono messa nei panni dei camionisti. Ho condiviso qualche chilometro di strada con alcuni di loro, con l'obiettivo di andare oltre ai soliti concetti e pregiudizi.

I camionisti sono rozzi? Io ho conosciuto uomini sensibili, ordinati e appassionati.

 

Il primo che ho incontrato è Michelangelo Novaira, socio titolare di Trasporti Coero con sede a Barge. Un'azienda di trasporto collettame con 10 camion di proprietà.

 

L'intervista si svolge nella cabina di un camion, il mezzo di “uno dei suoi ragazzi”. Chiama così i suoi dipendenti. E la cabina è tirata a lucido, linda, pulita e profumata: “Ho una passione esagerata per i camion. Questo lavoro è una scelta di vita. Il camion è più di una seconda casa, per chi è appassionato come il sottoscritto e come i miei ragazzi”. Gli brillano gli occhi quando parla della sua famiglia: “E' la cosa più importante al mondo, per primo mio figlio, poi mia moglie che mi sopporta e mi supporta in questa vita sacrificante”. Le problematiche? “La prima difficoltà la incontri sulla strada, con ingorghi vari, disservizi di ogni genere, e aree di servizio troppo piccole e poi l'azienda deve fare i conti con la concorrenza sleale dei trasportatori stranieri che pagano meno il gasolio”. Oggi fare il camionista non va più di moda? “Quale ragazzo di 20 anni può permettersi di investire 4/5mila euro per pagare un patentino? Quando tirerà fuori quei soldi? Ma soprattutto ce li ha? Può investirli per fare una vita sacrificante come la nostra? Occorre fare qualcosa perché i giovani si avvicinino a questo mondo perché alla fine è un bellissimo lavoro”.

In un momento di crisi economica e di alta disoccupazione, ogni azienda di trasporto vorrebbe aumentare del 20% la forza lavorativa ma fatica a trovare nuovi autisti. Eppure la paga è buona: chi fa un rientro a casa tutte le sere con trasporto giornaliero ha una retribuzione netta di circa 1.700, fino ad arrivare intorno ai 2.500 per chi sta fuori tutta la settimana. Sono quasi tutti contrattualizzati a tempo indeterminato. Insomma una posizione da mutuo prima casa garantito.

 

La popolazione degli autisti invecchia e i giovani non si avvicinano. Perché? Ce lo raccontano Diego, Francesco e Simone Argirò: dal nonno al nipote, tre generazioni che portano avanti le aziende “Argirò e Marchisio” e “Fratelli Argirò” di trasporto materia prima e prodotto finito nell'edilizia.

 

“L'azienda è nata con mio padre 35 anni fa - racconta Diego Argirò -.Siamo partiti con 4/5 camion. Oggi abbiamo 30 macchine e qualche padroncino che lavora per noi. Il problema è trovare autisti che ti portino il camion a casa sano. I giovani non si avvicinano perché il costo delle patenti è troppo elevato. O hai il lavoro garantito o non vai a fare una spesa del genere”. Le problematiche? “La viabilità e la carenza di infrastrutture. Poi dobbiamo fare i conti con una concorrenza spietata dall'Est Europa e con troppa burocrazia”.

 

Marco Dutto è il titolare di Dutto Trasporti a Castelletto Stura. Trasportano merce bancalata, sfusa, e container.

 

“L'azienda è nata nel 1975 ed è stata fondata da mio padre - racconta Dutto -. Siamo partiti con un camion, e oggi abbiamo 15 mezzi che servono il territorio nazionale e internazionale. Io sono in mezzo ai camion da quando sono bambino. Faccio questo lavoro perché mi piace”. Le problematiche? “È una vita di sacrifici. Abbiamo troppi costi e le strade sono un disastro; qui in Granda siamo isolati. Il crollo del ponte di Genova ha peggiorato la situazione. Sul trasporto container gli autisti devono sopportare lunghissime attese nei porti, alle dogane e una burocrazia infinita”.

 

Marisa Cussino è socia con il fratello Mario e i nipoti Giorgio e Roberto nell'azienda Autotrasporti Genolesi che si occupa di trasporto animali vivi.

“Un settore che racchiude tante problematiche. A quelle del trasporto in genere si aggiunge il fatto che siamo soggetti alla normativa del benessere animali. Organizzare i viaggi per soddisfare la clientela, rispettando le normative e il codice della strada è complicato. Trasportando animali vivi non ci si può fermare ovunque”.

Marisa Cussino lavora in ufficio e non ha mai voluto prendere la patente del camion: “Non è che non ci ho mai pensato. Ho proprio escluso di farlo. Io da ragazza ho sempre pensato 'non sposerò mai un camionista'. Perché? Perché ho visto le fatiche di mio padre, un uomo molto affettuoso ma assente. I nostri autisti finiscono venerdì e ripartono la domenica lasciando poco spazio alla famiglia. Lo si accetta a malincuore. È un'attività che si sceglie per passione, un lavoro di cui ci si innamora nonostante sia impegnativo e faticoso”.

 

Giuseppe Bernocco è il titolare di Ballario Trasporti: azienda di Trinità con servizi di piccole e medie spedizioni, logistica e deposito caffè, trasporti diretti di caffè in Italia, collettame e groupages. “Gli autisti non hanno aree di sosta adeguatamente attrezzate, non si fermano in sicurezza. Poi c'è una fortissima concorrenza sleale da parte dell'Est Europa. Non possiamo pagare il gasolio 1,20 euro al litro più iva con lo sloveno che paga il gasolio a 90 centesimi, i contributi dimezzati e gli stipendi al 70/80% di quello che paghiamo noi”. Ci accoglie nel suo deposito di caffè con sacchi e botti provenienti da tutto il mondo.

 

Per lui il camionista non è un lavoro per tutti: “Ora è una vera e propria professione. Devi conoscere la strada, saperci fare con il cliente e approcciare in modo educato. Non basta solo salire sul camion. Ci vuole competenza e professionalità per fare questo mestiere. Noi non facciamo trasporto per caso: siamo puntuali, precisi ed educati”.

 

Guido Boaglio è il titolare di Autotrasporti Boaglio a Cardè: con 12 mezzi trasportano soprattutto latte e alimentari in cisterna.

 

“I sacrifici ci sono. Facendo raccolta del latte lavoriamo 365 giorni all'anno, sabato, domenica e festivi. Si devono rispettare gli orari di guida e a volte capita che, anche solo per un'ora, si deve dormire a 10 km da casa. Chi deve gestire un'azienda ha tantissime spese ed è complicato remunerare gli autisti in modo adeguato”. Anche lui ama questo lavoro: “Ho iniziato a 18 anni, ho sempre girato sui mezzi. Una passione tramandata da mio padre. È sempre un piacere girare, se tutto va bene, ma è ancora più bello tornare a casa”.

 

L'ultimo autista che ho incontrato è Marco Migliore, titolare di A&B Autotrasporti di Fossano. Dal 1975 l'azienda trasporta materie prime agricoli e deiezioni animali, con 11 mezzi in proprietà.

 

“Il problema più grave è la viabilità - racconta Marco Migliore -. A Cuneo siamo tagliati fuori da tutto, dall'autostrada, dai colli internazionali”. Ma ci segnala un problema in più per chi, come lui, fa trasporti sul locale: “Stanno uscendo aziende agricole con macchine a rimorchi che fanno concorrenza sleale nel nostro settore. Non siamo più competitivi nel trasporto locale. Abbiamo dovuto fermare delle macchine e parecchie aziende che esercitano nel locale saranno costrette a chiudere”.

 

Sette aziende con tante problematiche diverse. Tutte sono associate alla sezione locale di Fai, Federazione Autotrasporti Italiani. È la più grande associazione imprenditoriale del settore Trasporto merci per conto di terzi su strada in Italia, diretta, voluta e sostenuta unicamente dagli autotrasportatori. Una realtà che, a livello nazionale, conta oggi circa 8.600 associati con circa 70.000 veicoli, e 42 Associazioni territoriali di rappresentanza.

 

Fai Cuneo è nata nel 1963. Al suo fianco la TUTTOSERVIZI, storica Cooperativa dedita alla agenzia pratiche auto e corsi di formazione per il settore.

Come avvicinare i giovani al mondo dell'autotrasporto? Per il Presidente Fai Cuneo Mario Mairone e per il Segretario Generale  Fai Cuneo Alberto Giaccardi "Ci sono modalità diverse e prospettive di impiego crescenti, per cui merita avvicinarsi e cercare di capire se può essere un lavoro per il futuro".

 

 

Fonte: TARGATOCN.IT

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