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29 Nov 2018

Fiera Milano, focus cinese in vista di Transpotec

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Analisi delle relazioni commerciali cinesi con l’Italia, partendo dalle dinamiche attuali.

 

MILANO - Si è tenuto ieri a Fiera Milano il convegno “China Change, Il Dragone nel Mediterraneo: nuove opportunità e scenari per l’economia italiana” che ha offerto un’analisi del fenomeno delle relazioni commerciali cinesi con l’Italia, partendo dalle dinamiche attuali per individuare potenzialità e nuove linee di sviluppo che il mondo del trasporto e della logistica è invitato a cogliere. L’Italia può diventare lo snodo logistico d’Europa intercettando il nuovo ruolo degli operatori cinesi, la cui crescente presenza sta cambiando le politiche della logistica e del trasporto nel Mediterraneo.

 

Se da un lato gli scambi commerciali Italia-Cina rappresentano un valore importante (42 miliardi di euro nel 2017, in crescita del 65% rispetto al 2009, fonte Srm), non si possono non considerare le scelte strategiche cinesi che vedono in crescita l’acquisizione di snodi logistici e porti del Mediterraneo. Oggi i flussi di merci da e per la Cina interessano principalmente quattro porti - Genova, La Spezia, Trieste e Gioia Tauro -, ma da questi ai principali punti di distribuzione, in gran parte al Nord Italia, ci sono sempre più di 250 chilometri.

 

La vera sfida è dare vita a un sistema intermodale in grado di consentire uno spostamento più efficace dei container potenziando le connessioni, superando le logiche di insana competizione e rafforzando l’infrastruttura ferroviaria (l’Italia ha ancora i treni più corti e con capacità di carico troppo ridotta rispetto alla media europea). Accanto ai nodi fisici, esistono poi importanti possibilità che vengono dalle attuale dinamiche commerciali. La Nuova Via della Seta (Bri, Belt and Road Initiative), iniziativa cinese che apre direttrici di scambio tra bacino del Mediterraneo e Asia, che spesso ancora viene accolta con sospetto e diffidenza da parte dell’Europa, rappresenta un’opportunità molto importante: il 31% degli investimenti legati a questa strategia si concentra infatti nel Vecchio Continente.

 

L’Italia non è chiamata soltanto ad essere coinvolta all’interno di rotte fisse all’interno di un fenomeno come la Bri: in gioco non c’è solo la definizione di vie fisiche ma una complessa rete di relazioni, a cui il nostro Paese può prendere parte da protagonista se riesce a proporre correttamente la propria competenza. Proprio perché alla base di buoni rapporti commerciali sono indispensabili le relazioni, trattandosi di culture molto distanti, per avere successo nel business con il Paese del Dragone diventa importante comprendere a fondo anche le usanze e la mentalità degli imprenditori cinesi. Per questo il convegno ha alternato alle presentazioni economiche degli inserti culturali: dai monaci Shaolin che hanno narrato e messo in scena alcune delle tradizioni della millenaria cultura cinese alla condivisione di consigli utili “di galateo” per interfacciarsi al meglio con usi differenti dai nostri.

 

Così per esempio, una cena di affari per incontrare un possibile partner cinese, anche se ben curata nei dettagli, può non dare i risultati sperati se chi brinda solleva il bicchiere anziché abbassarlo: alzare il bicchiere è infatti segno di scortesia e superbia e il nostro gesto certamente non verrà bene accolto dall’interlocutore. Piccole incomprensioni che possono costare care: è per questo che esistono realtà che si occupano di mediare tra rapporti commerciali, ma anche culturali, che sono sempre più al centro delle dinamiche di business di oggi con la Cina. Leggi tutta la notizia

 

 

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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