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08 Nov 2018
ROMA - Improvviso cambio al vertice dell'Anas. Il governo, su impulso delle Fs, che controllano la società delle strade al 100 per cento, ha deciso ieri di sostituire l'ad del gruppo Gianni Vittorio Armani, facendo decadere l'intero cda. La notizia circolava da almeno un paio di mesi, da quando cioè il nuovo ad di Fs, Gianfranco Battisti, aveva aperto il dossier per ridisegnare l'alleanza con l'Anas e mettere a punto le strategie. Matrimonio che sarà probabilmente ripensato in modo totale e, sopratutto, qualora fosse confermato, dovrebbe essere gestito da un nuovo manager gradito al ministero delle Infrastrutture e, ovviamente, anche alle Ferrovie dello Stato.
STRADA STRETTA
Per la verità Armani, che si è dimesso ieri, era entrato nel mirino dell'esecutivo giallo-verde da tempo. Una fusione quella tra i due colossi pubblici, impostata alla fine dell'anno passato, e approvata dal governo di Paolo Gentiloni a fine legislatura, che aveva sollevato più di una critica e che, secondo i grillini, non avrebbe superato l'ostacolo del bilancio Anas 2017. Cioè sarebbe stata affossata dal no al documento contabile, reso non approvabile, secondo i tecnici del ministero dell'Economia da una circostanza non da poco: un buco di 2 miliardi causato dalla mancata svalutazione del patrimonio Anas. Per mesi Mazzoncini e Armani hanno negato il problema, che però alla prova del nove del voto sul bilancio è stato alla fine ammesso ed evidenziato. Nonostante ciò e a sorpresa, il bilancio dell'azienda delle strade è stato approvato. Per coprire i 2 miliardi mancanti si è deciso di allungare di 20 anni la concessione Anas, ovvero dal 2032 stabilito dalle norme attuali al 2052. In questo modo il matrimonio è poi andato in porto. Dopo la fusione sono però cambiate tante cose in casa Anas. Armani ha lasciato la carica di presidente, ma ha mantenuto quella di amministratore e si è conferito quella di direttore generale trasformando il suo contratto e facendolo diventare a tempo indeterminato con annesso un aumento di stipendio.
L'arrivo del nuovo governo ha modificato la strategie. Proprio il ministro Toninelli ha spiegato più volte che l'orientamento è mutato e che l'integrazione di Fs Italiane e Anas va ripensata. Non è ancora chiaro però quale siano le reali intenzioni e come verrà smontata l'alleanza. Di certo a gestire l'operazione ci sarà un manager di fiducia indicato dalle Ferrovie dello Stato.
In serata il commento del ministro Toninelli: «Il vento sta cambiando anche in Anas. Al passato lasciamo sprechi, stipendifici e manovre meramente finanziarie. Per il futuro lavoriamo a una nuova Anas con meno gente dietro alla scrivania e più tecnici che progettano, costruiscono e mantengono sicure le nostre strade».
Fonte: IL MESSAGGERO