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25 Ott 2018
Le misure decise dal governo e contenute nel cosiddetto Decreto Genova per affrontare l'emergenza causata nel capoluogo ligure dal crollo di metà agosto del viadotto autostradale Morandi sono ad avviso degli spedizionieri genovesi ancora insufficienti. Al termine dell'odierna audizione alla Commissione Attività produttive, cultura, formazione e lavoro della Regione Liguria sulle condizioni economiche verificatesi dopo l'incidente e sulle valutazioni del decreto governativo in fase di conversione, l'associazione degli spedizionieri genovesi Spediporto lamenta che sono pochi i mezzi economici messi a disposizione del primo datore di lavoro del Nord Ovest con 176mila occupati tra diretti ed indiretti.
Spediporto ha evidenziato che alla fine dell'anno saranno ben 205mila le ore di guida in più su Genova, al netto dei tempi di sosta in porto, che i trasportatori che saranno chiamati a sostenere. Inoltre è stimato in oltre 6,6 milioni di euro all'anno il costo legato ai maggiori chilometri percorsi sul tratto cittadino per arrivare a consegnare e ritirare i carichi. A ciò si aggiungeranno i maggiori costi legati alle attese ai varchi portuali, lungo le strade di accesso al porto e lungo le deviazioni.
«Ogni giorno - ha rilevato il presidente dell'associazione, Alessandro Pitto - sono circa 2.000 i camion diretti da e verso il porto di Genova (contenitori, ro-ro e corrieri). Il solo maggior costo del carburante per percorrere 6,96 chilometri in più di strada è di circa 5.300.000 euro/anno a cui si sommano i costi per mancato sconto di 0.80 centesimi sulle tratte autostradali per complessivi 1.300.000 euro, con un costo finale di 6.600.000 euro calcolato su 250 giorni lavorativi per 2.000 veicoli giorno».
Nel testo - ha denunciato il direttore generale di Spediporto, Giampaolo - mancano non solo le norme per autotrasporto e lavoro, innescando una bomba ad orologeria, ma anche le misure sul potenziamento degli organici per controlli legati alla salute delle persone (controlli sanitari, veterinari, IZTS) all'ambiente (fitopatologo).
Spediporto ha sottolineato che il porto non viene quindi affatto trattato come un asset strategico del Paese, che genera 4,5 miliardi di euro all'anno solo di IVA incassata. È incomprensibile - ha denunciato ancora l'associazione - la ragione per cui un tema tanto importante «trovi tale indifferenza da parte della nostra amministrazione pubblica».
Fonte: INFORMARE