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02 Ott 2018
GENOVA - Le merci cominciano a percorrere anche l’altro verso della Via della Seta, quello che parte dall’Europa e arriva in Cina. La valanga di denaro che Pechino ha cominciato a riversare sulla rotta che porta le merci dal Far East al cuore del Vecchio Continente ha cambiato il volto di alcuni porti, anche di quelli che costituiscono il pilastro dello shipping europeo, rendendo le banchine più efficienti. Così a Rotterdam, ad esempio, il traffico dall’Asia è cresciuto, ma ha portato un effetto rivoluzionario: i container partono carichi di merce anche sulla rotta di ritorno.
«Confermo, il trend di un maggiore export verso la Cina è in costante crescita» spiega Augusto Cosulich, l’uomo di Cosco, il braccio marittimo di Pechino. Basta plastica, carta e scarti della lavorazione del ferro: la Cina non vuole più essere la discarica del mondo. Dalle banchine europee partivano prodotti di basso valore destinati il più delle volte allo smaltimento. La nuova legge varata dal governo di Xi Jinping ha contribuito a fermare la “disparità” commerciale tra i due continenti: elettronica in cambio di spazzatura.
«Dall’Europa adesso non partono più gli scarti di plastica e carta verso la Cina - ha spiegato un manager di Cosco che opera a Rotterdam - Ci sono sempre più i prodotti meccanici ed elettrici made in Europe dentro i container che tornano verso Pechino». La Cina si è trasformata in un mercato interessante anche per i prodotti realizzati in Occidente: «In generale l’export dall’italia va bene e la rotta per il Far East contribuisce ad un risultato positivo- conferma Cosulich - I numeri sono in crescita, anche se va ancora valutato bene il valore del contenuto dei contenitori in partenza». Leggi tutta la notizia
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH