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21 Giu 2018

Beltramini e la frode fiscale: «Io sono innocente»

BELTRAMI_FIULTRASPORTI

 

Paolo Beltramini, titolare di Friultrasporti parla dopo due mesi agli arresti domiciliari.

 

LIVORNO - Mentre respinge «ogni accusa» e chiarisce che, per quanto riguarda la sua posizione, «si parla di cifre enormemente più basse rispetto ai 40 milioni di euro di fatture false contestate dalla Finanza in tutta l’inchiesta», parla anche dei figli ed è in quel momento che si commuove, «perché in queste settimane sono stati sbeffeggiati per la situazione in cui sono coinvolto». Paolo Beltramini, l’imprenditore arrestato a inizio aprile insieme ad altre sei persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, è libero dopo due mesi ai domiciliari, appena revocati con le indagini ancora in corso. E decide di parlare, di spiegare, di chiarire alcuni aspetti. Lo fa accanto al suo avvocato civilista Sergio Russo, che sottolinea subito di «non voler affrontare questioni a livello penale» ma di concentrarsi «sul ramo aziendale e sui risvolti imprenditoriali».

 

Beltramini, 54 anni, imprenditore nel settore dei trasporti internazionali, è il titolare del colosso Friultrasporti, azienda fuori dall’inchiesta delle Fiamme gialle. Al centro delle indagini sulla presunta emissione di fatture false, un sistema di frode fiscale che sarebbe stato architettato attraverso una triangolazione tra società, c’è però l’Eurospedi, controllata dalla stessa Friultrasporti. «Partendo dal fatto che c’è massimo rispetto per l’operato della Finanza e della magistratura - spiega Russo - il primo aspetto da evidenziare è che Beltramini, esattamente come Luca Di Giambattista (ex legale rappresentante della Eurospedi, anche lui arrestato ad aprile, ndr), non ha fatto niente di quello per cui è accusato. Poi c’è un passaggio deviante in tutta l’inchiesta, quello riguardante i 40 milioni di euro: a Beltramini non viene contestata una cifra del genere, sia chiaro, ma poche centinaia di migliaia di euro, qualcosa di comunque sostenibile per un gruppo del genere. E per il momento non è arrivato alcun accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle entrate».

 

«Qui non c’è un tesoro, io non ho mica 40 milioni di euro - aggiunge Beltramini - ci sono clienti e fornitori che devono ricevere pagamenti da noi (i conti della Eurospedi sono bloccati, ndr) e non possono pensare che abbiamo milioni di euro e poi non paghiamo 5, 10 o 20mila euro. In questo momento la mia priorità è tranquillizzare queste persone». L’avvocato parla anche dei problemi per la Friultrasporti dopo gli arresti («non è stato facile riconquistare la fiducia dei clienti e delle banche, ma ora l’azienda ha ripreso la sua rotta»), mentre Beltramini ripercorre con orgoglio la storia imprenditoriale della sua famiglia («mai una sanzione in 65 anni, siamo arrivati ad avere anche 150 dipendenti con l’indotto e negli ultimi cinque anni abbiamo fatturato 220 milioni di euro, ecco perché la somma contestata è minima in confronto a una cifra del genere»).

 

Il blocco della Eurospedi ha portato però al licenziamento di diversi dipendenti, quasi tutti riassunti - per fortuna - da altre aziende del settore. E Beltramini cita anche una sua intervista al Tirreno nel 2010, quando disse “Livorno si svegli o ce ne andiamo!”. «Mi attirai l’antipatia delle istituzioni - dice oggi - ma forse stimolai qualcuno a far meglio. E così è stato». Ma nel frattempo sono arrivati anche i guai giudiziari, con questa inchiesta che «mi ha fatto soffrire e asciugare le lacrime dei miei figli». «Alla fine lui e Di Giambattista usciranno puliti da tutto», chiude l’avvocato.

 

 

Fonte: IL TIRRENO - LIVORNO

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